I PII PREDECESSORI

besmiralalbani

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I PII PREDECESSORI
La sincerità e la verità​


Bakr ibn Ma’iz trasmette:
“Ar-Rebi è stato visto una volta sola mentre pregava una preghiera facoltativa.” [1]


Sufyan trasmette che Murayah Ar-Rebi ibn Hudhaym ha detto:
“Ar-Rebi ha mantenuto sempre in segreto le sue opere buone, quando arrivava un ospite all’improvviso e si trovava a leggere il Qur’an, si sbrigava a coprire il Qur’an con i suoi vestiti.”[2]


Mundhir trasmette che Ar-Rebi ibn Hudhym ha detto:
“L’opera che non si fa per Allah si scioglie (viene persa).”[3]


Abu Hamza Adh-Dhumali trasmette:
“Ali ibn Husayn teneva una sacchetto col pane sulla schiena lungo la notte, che lo distribuia come sadaka (elemosina) ai poveri. Egli diceva: ‘Il sadaka data di nascosto allontana l’ira di Allah subhanahu wa ta’ala (Gloria a Lui l’Altissimo).’”[4]


Amr ibn Thabit trasmette:
“Quando è morto Ali ibn Husayn, le persone che lavarono il suo corpo notarono dei puntini neri sulla sua schiena e chiesero: ‘Che cos’è questo?’ La risposta fu: ‘Egli teneva un sacchetto col pane sulla schiena lungo la notte e lo distribuiva (il pane) ai poveri ed ai bisognosi di Madina.’ ”[5]


Ibn Aisha trasmette che suo padre gli disse:
“Ho sentito la gente di Madina dire: ‘La sadaka di nascosto non ci è mancata mai, finché non è morto Ali ibn Husayn.’”[6]


Muhammad ibn Malik ibn Dhaigam trasmette:
“Abu Ayub ha detto che Abu Malik disse a lui:
‘Ya Abu Ayub, fai attenzione, perché ho notato che le angosce dei Musulmani in questo mondo non finiscono. Giuro in Allah che se l’altro mondo non porta gioia al credente, egli affronterà due problemi: la preoccupazione per questo mondo e la sofferenza nell’altro mondo.’
Io (Abu Ayub) dissi: ‘Com’è possibile che l’altro mondo non porti gioia (felicità) al credente quando egli lavora molto per Allah in questo mondo?’
Abu Malik disse: ‘Com’è possibile che le sue opere e le sue azioni non si sappiano se verranno accettate e che verrà salvato? Potresti vedere molte persone che pensano di fare la cosa giusta e di essere sulla retta via, però nel Giorno del Giudizio tutte le loro opere e le loro azioni verranno sbattute in faccia (verranno rifiutate).’”[7]


Imama Adh-Dhahabi trasmette che Ayub ha detto:
“Il credente deve temere Allah. Se egli diventa asceta (si allontana dai piaceri di questo mondo), egli non deve rendere il suo ascetismo pesante per gli altri, quindi è meglio che un uomo nascondi il suo ascetismo invece di renderlo noto agli altri.”[8]


Jafar ibn Barhan trasmette:
“Ho ricevuto una notizia che Yunus ibn Ubayd stava conducendo una vita fatta di devozione e morbidezza, per questo scrissi a lui quanto segue:
‘Fratello mio, sono stato informato che stai conducendo una vita giusta, ti sto scrivendo per questo motivo, per sapere come fai a condurre una vita con devozione e morbidezza?’
Egli rispose: ‘Ho ricevuto la tua lettera e questo sarebbe quello che avrei da dirti:
Ho cercato di insegnare alla mia anima di amare per le persone ciò che ama per se stesso e di odiare ciò che odia per se stesso, però, essa era lontano da questo. Poi ho cercato di insegnare alla mia lingua di smettere di parlare delle altre persone, tranne nelle cose buone, però, sarebbe più facile per essa il digiuno nelle giornate calde che il divieto di parlare riguardo gli altri. Quest’è quello che avrei da dirti fratello mio e la pace di Allah sia su di te.’”[9]


Muhammad ibn al Muthana trasmette che Abdullah ibn Sinan ha detto:
“Stavo con Ibn Mubarak e Mu’tamir ibn Sulayman a Tarsus, e, all’improvviso ci chiamarono ad andare in guerra. Quando i due eserciti (quello Musulmano e quello Romano) presero le loro posizioni, un combattente Romano si fece avanti e chiese un duello. Un combattente Musulmano andò al duello col Romano, però perse la vita. Provò poi un altro (Musulmano) ma anch’esso perse la vita. Il combattente Romano arrivò ad uccidere sei soldati Musulmani ed iniziò a camminare tra le file dei soldati in modo arrogante chiedendo un altro duello, però nessuno osava ad avvicinarsi. Poi, Ibn Mubarak mi guardò e disse: ‘Se vengo ucciso (in questo duello) agisci in questo modo.’ Poi affrontò il combattente Romano col suo cavallo e lo uccise dopo un ora di lotta e chiese un duello. Arrivò ad uccidere sei soldati Romani e quando chiese un altro duello nessuno osò ad avvicinarsi, tutti si impaurirono. Ibn Mubarak scomparve per un po’ di tempo tra le file dell’esercito poi tornò nella sua posizione accanto a me dicendomi: ‘Ya Abdullah, non raccontare questo che hai visto con i tuoi occhi finché io sono ancora vivo.’”[10]


Ahmad ibn Is’hak trasmette che Jubayr ibn Nufair ha detto di aver sentito Abu Darda nella sua ultima preghiera, quando aveva finito i Tashahud, chiedere la protezione di Allah dall’ipocrisia. Jubayr disse a lui.
“ ‘Ya Abu Darda, tu sei lontano dall’ipocrisia.’ Egli rispose. ‘Giuro in Allah che l’uomo può voltare le spalle alla religione entro un ora e diventare miscredente.’”[11]


Musa ibn al Mual-la trasmette che Hudhayfa lo aveva consigliato cosi:
“Sono tre le cose che se e possiedi vincerai da ogni bene che ti arriva dall’alto: le tue opere devono essere solo per Allah subhanahu wa ta’ala, desiderare per gli uomini ciò che desideri per te stesso ed il tuo cibo deve essere halaal (lecito).”[12]


Viene trasmesso che vicino a Muhammad ibn Wasi si trovava un uomo, il quale disse:
“‘Perché sto vedendo cuori induriti, occhi senza versare lacrime e corpi che non tremano?’ Muhammad ibn Wasi dopo u po’ rispose: ‘O tizio, sto vedendo che queste persone si sono indebolite a causa tua, se qualcuno dei tuoi discorsi viene dal cuore, tocca li altri proprio nel cuore.’”[13]


Abdu-Samad ibn Abdul Warith trasmette che Halid ibn Safwan ha detto che aveva incontrato Maslama ibn Abdul Malik, che gli chiese:
“ ‘Ya Halid, raccontami di Hasan al Basri.’
Halid rispose: ‘Conosco lui molto bene, sono il suo vicino e seguo le sue lezioni. Egli mette in pratica ciò che insegna agli altri e ciò che vedi (in lui) è ciò che apprendi (dagli insegnamenti). Egli mantiene la sua. Se decide di fare una cosa, lo porta a termine e non ha mai avuto bisogno della gene, mentre la gente ha bisogno di lui.’
Maslama ibn ibn Abbdul Malik disse: ‘Questo basta… come potrebbero deviare le persone quando tra loro si trova uno come Hasan al Basri?’”[14]


Awn ibn Umarah trasmette che sentito Hisham ad-Distiwa dire:
[‘Giuro in Allah, che non potrei dire sinceramente di aver lasciato la mia casa anche per una sola volta per andare a imparare la scienza del hadith solo ed esclusivamente per Allah.’ Io (Adh-Dhahabi) dissi:‘Giuro in Allah, nemmeno io.’ Continua Adh-Dhahabi. “ I Salafu salihin (i pii predecessori) guadagnavano la conoscenza per compiacere Allah e raggiungevano posizioni oneste diventando Studiosi ed Imam (Guide).
Gli altri cercavano la conoscenza ma non per compiacere Allah ed ottenevano la conoscenza, però dopo un po’ rivedevano la loro situazione e davano la colpa a se stessi. Loro furono guidati a cambiare il loro modo di pensare ed insegnavano poi sinceramente per compiacere Allah, come racconta Mujahid ed altri: ‘Noi ottenevamo la conoscenza senza avere il niya (intenzione) di compiacere Allah, però Allah subhanahu wa ta’ala dopo ci assicurò la buona intenzione.’
Gli altri hanno detto: ‘Noi non abbiamo cercato questa cnoscenza per compiacere Allah, ma Allah subhanahu wa ta’ala, ha voluto che essa fosse per lui.’
Questo è altrettanto buono, dopo loro l’hanno diffusa sinceramente. Però, altre persone hanno cercato la conoscenza con cattive intenzioni. Loro avevano come intenzione il paicere di questo mondo e che venissero lodati dalle persone. Il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam – pace e benedizione di Allah sia su di lui) ha detto: ‘Chi combatte per qualcos’altro, non per Allah, anche per una corda, avrà ciò che aveva come intenzione.’[15] Questi tipi di persone non hanno illuminato se stessi con la luce della conoscenza, loro non hanno influenzato sugli altri e la loro conoscenza non li ha portato verso le opere buone. I studiosi veri, sono coloro che temono Allah subhanahu wa ta’ala.
Altri hanno ottenuto la conoscenza e si sono messi in posizioni importanti, però trattarono la gente con ingiustizia e malvagità. Loro abbandonarono la loro conoscenza e seguirono i loro desideri, operano opere malvagie ed ingiuste. Che vengano distrutti! Loro non sono studiosi.
Alcuni studiosi avevano la conoscenza ma non temevano Allah subhanahu wa ta’ala. Loro facevano imbrogli, davano verdetti sbagliati, portavano trasmissioni irregolari. Inoltre, alcuni hanno avuto il coraggio di mentire su Allah ed hanno fabbricato ed inventato hadith non veri, però Allah subhanahu wa ta’ala, li ha fatto scoprire e coprire di vergogna. La conoscenza non li ha salvati mentre le loro opere li hanno portato verso il fuoco del Jahannam (Inferno).
Le categorie citate precedentemente diffondevano la loro conoscenza ed erano abbastanza precisi in essa. Però. Altri li hanno seguito, però la mancanza della conoscenza e delle opere era chiaro. Esteriormente sembravano degli studiosi, però possedevano poca conoscenza. Loro hanno deviato la gente facendogli pensare che erano degli studiosi, però loro non sapevano che avevano a che fare con Allah subhanahu wa ta’ala. Loro non hanno visto mai degli studiosi veri da poterli seguire e per questo, diventarono persone pesanti (banali). Il loro scopo principale era quello di prendere alcuni libri di valore e preservarli. Chiediamo sicurezza e perdono ad Allah, come disse una persona: ‘Non sono uno studioso e non ne ho mai visto uno.’ ”][16]


Muhammad ibn Isa trasmette che Abdullah ibn Mubarak visitava spesso Tarsus e si fermava sempre nella stessa cascina. In quella cascina si trovava un ragazzo giovane che si occupava di lui e che stava imparando la scienza del hadith (tradizione del Profeta, detti, opere) da Abdullah ibn Mubarak. Durante una delle sue visite a Tarsus, ibn Mubarak chiese del giovane ragazzo, ma non riusciva a trovarlo. Egli era di fretta perché aveva sentito la chiamata al Jihad (combattere per Allah). Quando ibn Mubarak tornò dal Jihad, chiese del giovane ragazzo, e dissero che era stato imprigionato a causa di un debito non pagato.
“Ibn Mubarak chiese: ‘Quant’è il debito?’
Dissero a lui: ‘Diecimila Diraham.’
Poi egli cercò colui che aveva dato il prestito e diede la somma di denaro chiedendogli di non informare nessuno finché egli era vivo. Egli disse al (creditore): ‘Libera il ragazzo di mattina.’ Ibn Mubarak partì a casa di notte. Quando il giovane ragazzo fu liberato, raccontarono a lui che ibn Mubarak aveva chiesto di lui, però aveva già lasciato la cascina. Il giovane ragazzo andò verso la strada di ibn Mubarak e lo trovò.
Ibn Mubarak chiese: ‘Dove sei stato? Non ti ho visto nella cascina.’
Il giovane ragazzo rispose: ‘Ero imprigionato per un debito non pagato.’
Ibn Mubarak chiese: ‘Come sei stato liberato?’
Il giovane ragazzo rispose: ‘Un uomo, che non l’ho visto, è venuto ed ha pagato il mio debito.’
Ibn Mubarak disse. ‘Devi ringraziare Allah che il tuo debito è stato pagato ed ora sei libero.’Il creditore non raccontò questo a nessuno fino alla morte di ibn Mubarak. ”[17]


Abu Jafar al hadh trasmette di aver sentito Sufyan ibn Uyayna dire:
“Se i pensieri nascosti sono uguali a quelli apparenti, questa è giustizia.
Se i pensieri nascosti sono migliori di quelli apparenti, questo è un bene.
Se i pensieri apparenti sono migliori di quelli nascosti, questa è ingiustizia.”[18]

Abdulah ibn Mubarak trasmette che chiesero a Hamud ibn Ahmad:
“‘Perché i discorsi dei salaf (predecessori) erano migliori dei nostri?’
Egli rispose: ‘Loro parlarono per l’onore dell’islam, per la sicurezza delle anime e per compiacere Allah subhanahu wa ta’ala. Mentre noi parliamo per onorare le nostre anime, per il piacere di questo mondo e per compiacere la gente.’”[19]

An Nadhr ibn Shumayl ha detto: “Il prezzo della seta è aumentato molto in un posto e conseguentemente si influenzò anche il prezzo della seta a Basra (città in Iraq). Yunus ibn Ubayd era un commerciante di seta e sapeva questa cosa. Egli uscì e comprò un po’ di seta daun commerciante per il valore di trentamila Dirham.
Poi chiese al commerciante: ‘Hai saputo dell’aumento del prezzo della seta in quel posto?’
L’uomo rispose: ‘No, se l’avessi saputo non te lo avrei venduto.’
Yunus ibn Ubayd disse: ‘Dammi i soldi e io ti do la seta.’”[20]


Fudayl ibn Iyad ha detto:
“ ‘Qualcuno commette opere malvagie e pensa di essere una brava persona, è ignorante e pensa di essere uno studioso, è avaro e pensa di essere generoso, è stupido e pensa di essere intelligente. La tua vita è breve le tue speranze sono infinite.’ Io (Adh-Dhahabi) ho detto: ‘Giuro in Allah che Fudayl ha ragione. Qualcuno è ingiusto e si sente oppresso, mangia cosa illecite e si sente pio ed onesto, è peccatore e si sente sincero, cerca la conoscenza per i piaceri di questo mondo mentre pensa che lo stia facendo per compiacere Allah.’”[21]


Rivista. Delirje&Edukim
Autori: AbdulAziz ibn Nasir Al-Jalil & Baha Addin ibn Fatah Akil
Traduzione: Ummu Abdurrahman As-Salafiya
Traduzione dall’albanese: Besmiralalbani

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[1] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 3/61]

[2] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 3/61]

[3] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 3/61]

[4] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 2/96 mentre il hadith: ‘Il sadaka data di nascosto allontana l’ira di Allah.’ Shaykh Albani ha detto che è vero in ‘As-silsilah as-sahihah’, 1908]

[5] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 2/96]

[6] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 2/96]

[7] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 3/360]

[8] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 6/19]

[9] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 3/303]

[10] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 8/408-409]

[11] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 6/383, la catena di trasmissione è esatta.]

[12] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 4/269]

[13] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 6/122]

[14] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 2/576]

[15] [Questo hadith viene trasmesso da Imam Ahmad nel suo “Musnad”, 5/315; da Ad-Darimi, 2/654; da Nasai, 6/24e d Tirmidhi soto l’autorità di Abn Samit (Hadith Marfu’)]

[16] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 7/152-153]

[17] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 4/141-142]

[18] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 2/234]

[19] [Ibn al-Jawzi, “Sifatu As-Safwa”, 4/122]

[20] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 6/293]

[21] [Adh-Dhahabi “Siyar a’lam an-Nubala”, 8/440]
 
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