Al-Fiqh al-Muyassar - Aspetti introduttivi del digiuno
Aspetti introduttivi del digiuno, rispetto a cui si pongono diverse questioni
1. Definizione della parola “Siyām” (صيام) e chiarimenti relativi ai suoi elementi fondamentali.
1- Definizione: “as-Siyām” (صيام), da un punto di vista linguistico, significa l'
astenersi da qualcosa. Da un punto di vista sciaraitico, significa invece più precisamente “astenersi - formulando l’intenzione (an-niyah) [del digiuno] - dal mangiare, dal bere, e dal resto dei fattori che ne comportano la rottura, dalle prime luci dell’alba autentica (
al-fajr as-sādiq) sino al tramonto del sole”.
2- I suoi elementi fondamentali (
arkān)
: a partire dalla sua stessa definizione, appare chiaro che esso ha due pilastri fondamentali.
Il primo: l’astenersi da ciò che comporta la rottura del digiuno, dalle prime luci dell’alba sino al tramonto del sole. Dice l’Altissimo:
{فَالْآنَ بَاشِرُوهُنَّ وَابْتَغُوا مَا كَتَبَ اللَّهُ لَكُمْ ۚ وَكُلُوا وَاشْرَبُوا حَتَّىٰ يَتَبَيَّنَ لَكُمُ الْخَيْطُ الْأَبْيَضُ مِنَ الْخَيْطِ الْأَسْوَدِ مِنَ الْفَجْرِ ۖ ثُمَّ أَتِمُّوا الصِّيَامَ إِلَى اللَّيْلِ}
{Frequentatele dunque e cercate ciò che Allāh vi ha concesso, e bevete e mangiate affinché non riusciate a distinguere il filo bianco dal filo nero, dopodiché completate il digiuno fino al sopraggiungere della sera[1]
}, e ciò che è da intendersi con “il filo bianco e il filo nero” è il bianco [delle prime luci] del giorno e il nero [inteso come oscurità] della notte.
Il secondo: “an-Niyah” (النية), e cioè che [il musulmano] col suo astenersi da ciò che rompe [il digiuno], abbia l’obbiettivo di adorare Iddio Potente e Glorioso, in quanto è tramite l’intenzione che vengono distinte le azioni che hanno come obbiettivo l’adorazione da tutte le altre; sempre tramite l’intenzione, inoltre, si distinguono le adorazioni tra di loro [2] - e quindi il digiunante può avere come obbiettivo, [ad esempio] tramite suddetto digiuno, il digiuno del mese di Ramaḑān o altre tipologie di digiuno.
2. Lo statuto giuridico del digiuno e le prove [riportate] a tal proposito.
Allāh ha reso obbligatorio il digiuno durante il mese di Ramaḑān, e lo ha reso uno dei cinque pilastri dell’Islām, come prova la Parola di Lui l’Altissimo:
{ يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آمَنُوا كُتِبَ عَلَيْكُمُ الصِّيَامُ كَمَا كُتِبَ عَلَى الَّذِينَ مِنْ قَبْلِكُمْ لَعَلَّكُمْ تَتَّقُونَ}
{O voi che avete prestato Fede vi è stato prescritto il digiuno, così come fu prescritto a coloro che vennero prima di voi, affinché [di Allāh] abbiate timore[3]
}; e la di Lui Parola:
{شَهْرُ رَمَضَانَ الَّذِي أُنزِلَ فِيهِ الْقُرْآنُ هُدًى لِّلنَّاسِ وَبَيِّنَاتٍ مِّنَ الْهُدَىٰ وَالْفُرْقَانِ ۚ فَمَن شَهِدَ مِنكُمُ الشَّهْرَ فَلْيَصُمْهُ}
{È il mese di Ramaḑān il mese in cui fu fatto scendere il Corano, guida per le genti, e prove chiare di guida e discernimento, pertanto chi testimoni tra di voi l’entrata del mese, che digiuni[4]
}.
E ciò che riportò `Abdu-Llāh figlio di `Umar, che Allāh si compiaccia di entrambi, a proposito di ciò che disse il Messaggero di Allāh (ﷺ):
«بُني الإسلام على خمس: شهادة أن لا إله إلا الله وأن محمدًا رسول الله، وإقام الصلاة، وإيتاء الزكاة، وصوم رمضان، وحج بيت الله الحرام»
«
L’Islām è stato edificato su cinque pilastri: testimoniare che non vi sia divinità adorata [a buon diritto]
all’infuori di Allāh e che Muhammad sia Messaggero di Allāh, effettuare l’orazione, versare l’imposta, digiunare [nel mese di]
Ramaḑān, e compiere il pellegrinaggio presso la Sacra Casa [5]».
E ciò che riportò Ţalĥatu bin `Abdu-Llāh a proposito di un arabo dai molti capelli, folti e disordinati, che si presentò dal Messaggero di Allāh (ﷺ) e gli chiese «
O messaggero di Allāh, informami su ciò che, del digiuno, Allāh ha imposto su di me».
Rispose [il Messaggero di Allāh (ﷺ)]: «
Il mese di Ramaḑān».
Disse [l’uomo]: «
C’è qualcos’altro [di obbligatorio]
su di me?».
Disse [il Messaggero di Allāh (ﷺ)]: «
No, a meno che tu non aggiunga qualcosa [di tua volontà] [6]».
Fu inoltre unanime la “Ummah” (Comunità islamica) a proposito dell’obbligatorietà del digiuno durante [il mese di] Ramaḑān, e che esso sia uno dei pilastri dell’Islām, e che faccia parte di ciò che, della religione, deve necessariamente essere conosciuto [e che sia estremamente improbabile che qualcuno tra i musulmani lo ignori]. Quindi colui che lo neghi è un “kāfir” (miscredente) e ha apostato dall’Islām [7].
L’obbligatorietà del digiuno è dunque stata confermata per via di ciò che è stato ricordato, nel Libro nella Sunna e tramite “al Ijmā`” (il consenso o unanimità, الإجماع), e furono [altrettanto] unanimi i musulmani circa la miscredenza di colui che dovesse negarlo.
3. Le tipologie di digiuno.
Il digiuno è di due tipi: obbligatorio e facoltativo; e quello obbligatorio si divide a sua volta in tre tipologie:
1- Il digiuno del [mese] di Ramaḑān.
2- Il digiuno che funge da espiazione (sauwm al kaffārāt “صوم الكفارات”).
3- Il digiuno dovuto al voto (sauwm an-nadhr “صوم النذر”)
Il discorso si limita qui [in questo capitolo] al digiuno [del mese] di Ramaḑān e al digiuno facoltativo; per quanto riguarda invece gli altri tipi di digiuno, se ne parlerà - se lo vuole Allāh l’Altissimo - nei capitoli successivi [8].
4. Il merito del digiuno del [mese] di Ramaḑān, e la saggezza insita nella sua istituzione.
1- Il suo merito: Da Abī Hurayrah, che Allāh sia soddisfatto di lui [che narrò] che il Messaggero di Allāh (ﷺ) disse:
« مَنْ قَامَ لَيْلَةَ الْقَدْرِ إِيمَانًا وَاحْتِسَابًا غُفِرَ لَهُ مَا تَقَدَّمَ مِنْ ذَنْبِهِ وَمَنْ صَامَ رَمَضَانَ إِيمَانًا وَاحْتِسَابًا غُفِرَ لَهُ مَا تَقَدَّمَ مِنْ ذَنْبِهِ»
«
A chi innalza [in preghiera]
la “notte del destino” avendo Fede e sperando nella ricompensa [da parte del suo Signore]
sarà perdonato ciò, che dei suoi peccati, lo ha preceduto, e a chi digiuna [durante il mese di]
Ramaḑān avendo Fede e sperando nella ricompensa [da parte del suo Signore]
sarà perdonato ciò, che dei suoi peccati, lo ha preceduto [9]».
E sempre Abū Hurayrah narrò che il Messaggero di Allāh (ﷺ) disse:
«الصَّلَوَاتُ الْخَمْسُ وَالْجُمْعَةُ إِلَى الْجُمْعَةِ وَرَمَضَانُ إِلَى رَمَضَانَ مُكَفِّرَاتٌ مَا بَيْنَهُنَّ إِذَا اجْتَنَبَ الْكَبَائِر»
«
Le cinque preghiere, la preghiera del Venerdì sino alla preghiera del Venerdì [successivo]
, e [il digiuno del mese di]
Ramaḑān sino al Ramaḑān [successivo]
sono un’espiazione di ciò che è stato commesso tra essi qualora ci si sia allontanati dai [peccati]
maggiori [10]».
Questo è ciò che stato riportato a proposito [di alcuni] dei meriti di Ramaḑān, ed essi sono davvero molti.
2- La saggezza insita nella sua istituzione: Allāh legiferò il digiuno per le sue varie saggezze e i suoi numerosi benefici, tra questi:
1- La purificazione della propria anima, la sua pulizia e la depurazione dalle componenti negative [11] e i comportamenti viziosi, poiché il digiuno ostruisce il cammino di Satana (
Shayţān) nel corpo degli uomini.
2- Durante il digiuno [il digiunante] si distacca dalla [attaccamento alla] vita terrena (
duniah) e dalle sue passioni, e [il digiuno] lo incoraggia [ad operare] per l’aldilà e le sue delizie.
3- Il digiuno induce ad avere compassione per i poveri [e i bisognosi], e a provare il loro dolore dal momento che il digiunante gusta i morsi della fame e la sete.
Ed altri ancora di questi numerosi benefici e saggezze eloquenti.
5. Le condizioni preliminarie [necessarie] affinché il digiuno di Ramaḑān sia obbligatorio
È obbligatorio il digiuno di Ramaḑān per chi abbia tutti i seguenti requisiti:
1-
L’Islām: non è obbligatorio per il miscredente digiunare e il suo digiuno non è valido dal momento che il digiuno è un atto di adorazione (`ibādah) e l’adorazione non è valida qualora venga compiuta dal miscredente, e qualora egli diventasse Musulmano non sarebbe obbligato a recuperare ciò che ha perso [dei digiuni precedenti alla sua entrata nell’Islām].
2-
La pubertà (
al bulūgh)[12]: non è obbligatorio digiunare per colui che non abbia raggiunto l’età della responsabilità legale (
ĥadd at-taklīf), in base alla di lui parola (ﷺ):
«رفع القلم عن ثلاث»
«
È levato il calamo da [il registro delle azioni di]
tre [categorie di persone] [13]» quindi ricordò tra queste il fanciullo fino a quando non ha le polluzioni, tuttavia qualora il fanciullo che non abbia ancora avuto le polluzioni digiunasse il suo digiuno sarebbe valido.
3-
L’intelletto: pertanto non è obbligatorio il digiuno né per il pazzo né per l’infermo mentalmente in base alla di lui parola (ﷺ): «
È levato il calamo da [il registro delle azioni di]
tre [categorie di persone]» quindi ricordò tra queste il pazzo fino a quando non rinsavisce.
4-
La salute: colui che fosse malato a tal punto da non poter sopportare il digiuno non è obbligato a digiunare, tuttavia qualora digiunasse il suo digiuno sarebbe [da considerarsi] valido in base alla Parola di Lui l’Altissimo:
{
وَمَن كَانَ مَرِيضًا أَوْ عَلَىٰ سَفَرٍ فَعِدَّةٌ مِّنْ أَيَّامٍ أُخَرَ }
{E colui che fosse malato o in viaggio, [che assolva in seguito] altrettanti giorni[14]
}, pertanto se dovesse andar via la malattia sarebbe obbligatorio per lui recuperare lo stesso numero di giorni nei quali ha rotto [il digiuno].
5- “
Al iqāma” [e cioè che l’individuo sia da considerarsi residente – da un punto di vista sciaraitico – in un certo posto, e non viaggiatore o di passaggio]: pertanto non è obbligatorio il digiuno per il viaggiatore in base alla Parola di Lui Altissimo
{E colui che fosse malato o in viaggio, [che assolva in seguito] altrettanti giorni}, e qualora digiunasse sarebbe da considerarsi valido il suo digiuno, ed è obbligatorio per lui recuperare i giorni nei quali rotto [il digiuno].
6- L’assenza di mestruazioni (ĥayḑ) e di lochiazioni (nifās): quindi la donna mestruata e colei che avesse le lochiazioni non son tenute a digiunare, anzi il digiuno è illecito per entrambe in base alla di lui parola (ﷺ):
«
أليس إذا حاضت لم تصل ولم تصم؟ فذلك من نقصان دينها»
«
Non è forse [vero]
che quando [la donna]
ha le mestruazioni non prega e non digiuna? E quello è una diminuzione della sua religione [15]» ed è obbligatorio per entrambe recuperare [i giorni persi] in base alla parola di `Āìsha – che Allāh si compiaccia di lei – che disse: «
eravamo colpite da ciò (cioè dalle mestruazioni e dalle lochiazioni)
e fummo incaricate di recuperare il digiuno e [al contrario di ciò]
non fummo incaricate di recuperare l’orazione [16]».
6. Come confermare l’entrata [del mese] di Ramaḑān e la sua conclusione.
Viene confermata l’entrata [del mese] di Ramaḑān per via dell’avvistamento lunare, che può essere confermato sia da se stessi, dalla testimonianza di terzi oppure per via di informazioni circa suddetto [avvistamento lunare]. Quindi qualora un musulmano attendibile[17] testimoni l’avvistamento del crescente lunare di Ramaḑān, tramite questa testimonianza viene confermata l’entrata del mese, in base alla Parola di Lui l’Altissimo:
{فَمَنْ شَهِدَ مِنْكُمُ الشَّهْرَ فَلْيَصُمْهُ }
{E chi, tra di voi, testimoni [il crescente] del mese, che digiuni[18]
} e in base alla di lui parola (ﷺ):
«إذا رأيتموه فصوموا»
«
E qualora lo vediate, digiunate [19]», e in base al detto del figlio di `Umar – che Allāh sia soddisfatto del padre e del figlio – che disse:
«
Informai il messaggero di Allāh (ﷺ)
dell’avvistamento [del crescente lunare]
di Ramaḑān, quindi [egli (ﷺ)]
digiunò e ordinò alle genti di digiunare [20]».
Dunque, qualora non venisse avvistato il crescente lunare o nessun musulmano attendibile dovesse testimoniarne l’avvistamento, diventa obbligatorio completare i trenta giorni di Sha`bān. Non viene dunque confermata l’entrata del mese se non tramite queste due situazioni – avvistamento del crescente lunare, o conclusione del mese di Sha`bān al suo trentesimo giorno – in base alla di lui parola (ﷺ):
«صوموا لرؤيته وأفطروا لرؤيته فإن غبي عليكم فأكملوا عدة شعبان ثلاثين»
«
Digiunate al suo avvistamento e rompete [il digiuno al suo avvistamento]
, e qualora vi fosse celata completate il termine di trenta [giorni] [21]».
E [invece] viene confermata la fine di Ramaḑān tramite l’avvistamento del crescente lunare [del mese] di Shawwāl da parte di
due testimoni musulmani attendibili, e qualora non testimoniassero l’avvistamento del crescente diverrebbe obbligatorio il completamento del termine di trenta giorni.
7. Il tempo in cui va formulata l’intenzione del digiuno, e il suo statuto giuridico.
È obbligatorio per il digiunante formulare l’intenzione del digiuno, ed essa è uno dei suoi pilastri così come [abbiamo appurato] precedentemente in base alla di lui parola (ﷺ):
«
إنما الأعمال بالنيات وإنما لكل امرئ ما نوى»
«
Invero ogni azione non vale che per la sua intenzione, e invero ogni uomo [sarà ricompensato per]
ciò che ha inteso [22]», quindi – per ciò che concerne il digiuno obbligatorio, come quello relativo a Ramaḑān, all’espiazione e al voto (o ex voto) – l’intenzione va formulata durante la notte, fosse anche di un solo minuto prima del “fajar”, in base alla di lui parola (ﷺ):
«
من لم يبيت الصيام قبل الفجر فلا صيام له»
«
Colui che non formuli l’intenzione del digiuno prima del “fajr”, il suo digiuno non è [valido] [23]».
Pertanto colui che formulasse l’intenzione del digiuno durante il giorno, e non dovesse cibarsi di nulla, non potrebbe far ciò se non durante il digiuno surerogatorio, pertanto in questa circostanza [e cioè quella relativa al digiuno facoltativo e non a quello obbligatorio] gli è lecito, qualora non si nutrisse né di cibo né di bevande, formulare l’intenzione del digiuno durante il giorno in base al detto di `Āìsha, che Allāh si compiaccia di lei, che disse: Un giorno entrò da noi il Profeta (ﷺ) e disse “
avete qualcosa [da mangiare]?”, “
No” rispondemmo, [quindi] disse “
pertanto oggi sono a digiuno”[24]. Mentre per quanto riguarda il digiuno obbligatorio non va formulata l’intenzione durante il giorno ma è necessario che venga formulata la notte.
E basta che venga formulata l’intenzione una volta sola all’inizio di Ramaḑān per tutto il resto del mese, e tuttavia è preferibile [anche se non obbligatorio] riformularla ogni giorno. Ed Allah sa meglio.
[1] Corano 2:187. Ndt: Shaykh Sa`dī, che Allāh abbia Misericordia di lui, spiega nel suo “tafsīr” (commentario del Nobile Corano) che ciò che abbiamo tradotto con “frequentatele dunque e cercate ciò che Allāh vi ha concesso” è da intendere come “accostatevi dunque a loro nel modo che volete, anche sessualmente qualora lo desideriate, e cercate
la notte del destino”. Ibn Kathīr, che Allāh ne abbia Misericordia, ricorda che gli stessi Compagni, che Allāh sia soddisfatto di tutti quanti loro, diedero spiegazioni diverse a “e cercate ciò che Allāh vi ha concesso”, tra loro vi fu chi lo spiegò con “e cercate il rapporto sessuale”, altri videro che la spiegazione giusta fosse “e cercate ciò che Allāh vi ha reso lecito”, altri ancora videro che suddetto passo fosse un invito a riprodursi e che pertanto il senso giusto fosse “e bramate dei figli”, e infine vi fu chi intese appunto “e cercate la notte del destino”.
[2] L’autore con questo passo intende che tramite l’intenzione l’adoratore discerne tra le adorazioni obbligatorie e quelle facoltative.
[3] Corano 2:183
[4] Corano 2:185 Ndt: Disse l’enciclopedico Ibn Kathīr, nel suo tafsīr, a proposito della locuzione verbale che abbiamo tradotto con “guida per le genti e prova chiara di guida e discernimento”: “Questa è una lode nei confronti del Corano che Allāh fece scendere come guida dei cuori degli adoratori che prestarono Fede ad esso, vi credettero e lo seguirono
.” Dopodiché, che Allāh abbia Misericordia di lui, continua spiegando che con “
e prove chiare” siano da intendere indicazioni e prove inconfutabili chiarissime e certe per coloro che le capiscono e tramite esse riflettono e ottengono la guida che annulla la deviazione e la possibilità di discernimento tra la verità e la falsità e ciò che è lecito da ciò che non lo è.
[5] Riportato dal Bukhārī (7) e da Muslim (16).
[6] Riportato dal Bukhārī (46) e da Muslim (11).
[7] Non sarà inutile specificare, ancorché il discorso dell’autore sia chiaro e non dia adito a dubbi, che qui si sta parlando di colui che dovesse affermare la non obbligatorietà di questa importante adorazione, e non sta di certo parlando dello statuto di colui che per pigrizia e senza motivo si rifiutasse di digiunare. Sulla condizione di quest’ultimo tra i sapienti vi è una legittima divergenza d’opinione, sulla quale non riteniamo opportuno soffermarci in questa sede. Vedremo più avanti, col permesso di Dio, cosa grava su colui che dovesse abbandonare senza motivo il digiuno durante il mese di Ramaḑān.
[8] Qui l’autore intende che il digiuno concernente l’espiazione verrà trattato laddove si parlerà dell’espiazione, cosi come del digiuno che concerne il voto se ne parlerà laddove verrà affrontato suddetto argomento.
[9] Bukhārī (1901) e da Muslim (760).
[10] Muslim 233
[11] L’espressione araba letteralmente indica le componenti marcie o scadute che vanno a compromettere la materia con cui si mescolano.
[12] Viene confermata la pubertà in presenza di uno di questi tre segni:
1- Le polluzioni.
2- Comparsa dei peli pubici.
3- Raggiungimento dei 15 anni.
L’uomo è da considerarsi pubere (bāligh) in presenza di uno di questi tre segni, per la donna ve ne è un quarto: il menarca e cioè la prima mestruazione.
[13] Riportato da Aĥmed (6\1000) e Abū Dawūd (4\558) ed autenticato dall’Albānī ( “Al Irwaā” 297)
[14] Corano 2:185
[15] Bukhārī (304)
[16] Muslim (335)
[17] Letteralmente giusto, retto, imparziale: “`adil”
[18] Corano (2:185)
[19] Bukhārī (1900), Muslim (1070)
[20] Abū Dawūd (2342) e autenticato dall’Ĥākim che lo riportò nel “Mustadrak” (1\423)
[21] Bukhārī (1909), Muslim (1081)
[22] Bukhārī (1), Muslim (1907) Ndt:
[23] Riportato da Tirmidhī (733), An-Nasāī (4\196) e Ibn Mājah (1700). Autenticato da Shaikh Al Albānī in “Şaĥīĥ at-Tirmidhī (583)”
[24] Muslim (154)
Traduzione del fratello
Gabriele Jibril Longo