40 Hadith

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HADITH 19: Ricordati sempre di Allah e Allah ti Proteggerà

HADITH 19: Ricordati sempre di Allah e Allah ti Proteggerà​

Abu ‘Abbas ‘Abdullah figlio di ‘Abbas (radiAllahu anhuma) racconta:
"Un giorno mi trovavo dietro (sul cavallo) il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ed egli mi disse:
“Giovanotto, ti insegnerò qualche parola (consiglio). Ricordati sempre di Allah ed Egli ti proteggerà. Ricordati sempre di Allah e te lo troverai davanti. Se tu chiedi, chiedi ad Allah. Se tu cerchi aiuto, chiedilo ad Allah (solo). Sappi che se l'intera comunità si riunisse per farti beneficiare di qualcosa, non potrebbero farti beneficiare tranne ciò che Allah ha già prescritto per te. Se si riunissero a farti del male in qualcosa, non ti potrebbero fare del male tranne ciò che Allah ha già prescritto per te. Ormai le penne sono alzate e le pagine scritte sono asciutte."
(Riportato da Tirmidhi che dice che esso è un Hadith Buono e Forte)

In un'altra versione:
"Ricordati sempre di Allah e te lo troverai davanti. Riconosci e Ringrazia Allah nella prosperità ed Egli ti riconoscerà nell'avversità. Sappi che ciò che ti è mancato (che non l’hai ricevuto) non ti era destinato e ciò che hai ricevuto non poteva mancarti. Sappi che la Vittoria viene con la Pazienza, il Sollievo con l'Afflizione, e la Facilità dopo la Difficoltà."


Spiegazione del Hadith 19:

Le virtù e le caratteristiche eccezionali di 'Abdullah ibn ‘Abbas (radiAllahu anhumaa) sono più di quelle che possiamo elencare, e il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha supplicato per lui dicendo:
"O Allah! Concedi a lui comprensione della Religione e insegna a lui l’interpretazione.” e lui (sallAllahu alayhi wa sallam) ha supplicato che gli fosse concesso il doppio della saggezza. Ed è stato raccontato che lui [ibn 'Abbas] disse che: "Vide Jibril (alayhi as-salaam) due volte", questa narrazione è Mursal e non è fondata (affermata, provata). Ibn 'Abbas (radiAllahu anhu) è l'oceano di conoscenza di questa Ummah (popolazione), e per i studiosi della conoscenza.
Il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) lo considerava degno di portare un Eredità/Consigli da lui, nonostante la sua piccola età, e così disse a lui:
“Ricordati sempre di Allah ed Egli ti proteggerà”, il suo significato è: "Sii ubbidiente al tuo Signore, ordinando ciò che Egli ha ordinato e vietando ciò che Egli ha vietato".

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Ricordati sempre di Allah e te lo troverai davanti.”, significa "Eseguire le azioni per il Suo amore ubbidendo a Lui, evitando di vedere te stesso ad opporsi o a disubbidire Lui, allora troverai Allah con te nei momenti di "difficoltà”, come è accaduto ai tre uomini che sono fuggiti in una grotta a cercare riparo dalla pioggia torrenziale, dopo di che una grande roccia discese sull'ingresso della grotta e lo bloccò. Cosi, dissero tra loro: 'Guardate alle azioni pie (di devozione, fatte per Allah) che avete fatto (in passato) e chiedete ad Allah ta'aalaa mediante loro, perché in verità Egli è l'Unico che può salvarci da questa situazione.'
Così ognuno di loro menzionò una buona azione che aveva eseguito in precedenza, esclusivamente per amore del loro Signore, cosi Allah rimosse la pietra che aveva bloccato l'ingresso della grotta, e si liberarono dalla prigionia
, e la loro storia è ben nota dal Sahih (di Muslim). "

[Nota: Questa storia dimostra che una delle forme ammissibili, ed anzi consigliabili di Tawassul (cercare l’avvicinamento a chi ami e avvicinarsi a ciò che desideri), o cercare Wasiilah (la vicinanza e i mezzi che ti fanno avvicinare) ad Allah, è attraverso le buone azioni che uno ha fatto.]

HTML:
*Sulle forme permissibili di Tawassul dalla Shari’ah potete approfondire: *http://www.turntoislam.com/forum/showthread.php?t=68979

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) affermazione: “Se tu chiedi, chiedi ad Allah. Se tu cerchi aiuto, chiedilo ad Allah (solo).”, ci guida ad avere Fiducia e ad Affidarsi al nostro Protettore, e che non dobbiamo adorare nessun Ilaah (oggetto di culto, dio) tranne Lui, e che non dobbiamo dipendere o essere attaccati a nessuno tranne Lui in tutte le nostre facende, indipendentemente da quanto possano essere piccole. E Allah ta'aalaa dice:
"Allah basta a chi confida in Lui." [At-Talaaq 65: 3]

Quindi, a seconda del grado in cui una persona si fida di qualcun’altro tranne Allah ta'aalaa nelle sue aspirazioni (vicende) e con il suo cuore, o nelle sue speranze, allora proporzionalmente si allontana dal suo Signore verso coloro che non possono né danneggiarlo né avvantaggiarlo.

Ugualmente nel caso della paura di qualcun’altro tranne Allah, e il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha sottolineato questo quando disse:
“Sappi che se l'intera comunità si riunisse per farti beneficiare di qualcosa, non potrebbero farti beneficiare tranne ciò che Allah ha già prescritto per te.”, e allo stesso modo nel caso del danno.

Questa è l'essenza dell’Imaan (fede) in Qadr (predestino), e avere imaan in esso è obbligatorio, nel bene e nel male. E una volta che il credente abbia la convinzione (yaqiin) in questo, poi egli non vede alcun beneficio nel chiedere ad altri tranne Allah o cercare aiuto da loro. Simile a questo è la risposta di al-Khaleel [Ibraaheem] –alayhi as-Salaam-, alla domanda di Jibril (alayhi as-salaam) quando era in aria mentre lo avevano lanciato verso il grande fuoco:
"Hai qualche bisogno?", a cui egli rispose: "Da parte tua, no. Mentre da Allah, sicuramente."

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Ormai le penne sono alzate e le pagine scritte sono asciutte.", sottolinea ulteriormente quanto è preceduto, e non vi è alcuna contraddizione con quello in via di abrogazione o di modifica.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Sappi che la Vittoria viene con la Pazienza, il Sollievo con l'Afflizione, e la Facilità dopo la Difficoltà.", informa lui [Ibn 'Abbas] di prendere atto che l'uomo in questo mondo verrà esposto a prove e sventure, in particolare i Pii, a causa della dichiarazione di Allah ‘azza wa jall:
“Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni (della ricchezza), delle persone e dei raccolti. Ebbene, da' la buona novella ai As-Saabiriin (coloro che perseverano, che hanno pazienza), coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: “Apparteniamo ad Allah e a Lui ritorneremo.” Quelli sono coloro su cui sono i Salawaat (benedizioni) dal loro Signore, e riceveranno la Sua Misericordia, e loro sono i ben guidati.” (Al Baqara 2: 155-157)

Allah ta'aalaa ha anche detto:
"Coloro che sono perseveranti (hanno pazienza) riceveranno la loro incalcolabile ricompensa." (Az-Zumar 39: 10)


Riepilogo:

Che è consentito a due persone sedersi sullo stesso cavallo (o asino), se non appesantisce molto l'animale.
Se ti prendi cura dei Diritti di Allah, allora Egli si prende cura di te.
Se uno si prende cura dei Diritti di Allah, allora Lui lo aiuta.
Si deve chiedere l’aiuto solo da Allah, e cercare solo il Suo aiuto.*
Che noi non possiamo essere danneggiati o beneficiati di qualcosa o qualcuno, non importa quanto siano grandi in numero o quanto appaiono forti, tranne in ciò che Allah permette.
Ciò che Allah ha permesso nel nostro destino sicuramente si verificherà.
Che ci dobbiamo ricordare e prendersi cura dei Diritti di Allah in tempi di agio (prosperità), cosi Allah si prenderà cura di noi nei momenti di difficoltà.
Che la Vittoria viene con la Pazienza.
Che il Sollievo viene dopo la Sofferenza.
Che la Facilità viene dopo le Difficoltà.

*[ In quanto alla richiesta rivolta ad una persona viva e presente di fronte a te, questo NON è un atto di shirk (associazionismo), perché è perfettamente normale chiedere aiuto a coloro che sono intorno a te in questioni pertinenti la vita materiale, nella misura del possibile; ciò è normale ed è pratica usuale tra i Musulmani.
Allah l'Altissimo dice nel Sublime Corano, narrando la storia di Musa (Mosè – alayhi as-sallam):
"…quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l'altro dell'avversa fazione…" (Corano Al-Qasas 28: 15)
e in un altro versetto sempre relativo alla storia di Musa (alayhi as-sallam), Allah (subhanahu wa ta’ala) dice:
Uscì dalla città, timoroso e guardingo… (Corano Al-Qasas 28: 21)
L'uomo cerca dunque l'aiuto delle altre creature umane in tempo di guerra o in caso di difficoltà che gli accadono. - Nella Surah 'al-Kahf', narrando la storia di Dhu-l-Qarnayn (Alessandro Magno), Allah (subhanahu wa ta’ala) ci ricorda che anch'egli chiese aiuto alla gente per arginare Ya'juj wa Ma'juj (Gog e Magog):
"Voi aiutatemi con forza e porrò una diga tra voi e loro"… (Corano Al-Kahf 18: 95)
Nota del Traduttore in Italiano – Nota correlata al tema per approfondire meglio di shaykh Bin Baz (rahimahullah) intitolato: "Una replica a coloro che cercano aiuto in qualcuno al di fuori di Allah (SWT) e a coloro che credono agli indovini e ai veggenti" http://www.turntoislam.com/forum/showthread.php?t=54779 ]
 

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La modestia è dall’Iman (Fede)

HADITH 20: La modestia è dall’Iman (Fede)​

Secondo Abu Masud Uqba ibn Amr al-Ansari al-Badri (Allah si compiaccia di lui) il Messaggero di Allah (pace su di lui) disse:
"Tra le parole apprese dalle genti della Prima Profezia (1) : Se non ne provi vergogna, fai quello che vuoi !"
(1)I Profeti che precedettero Muhammad – alayhum asalatu wa sallam.
(Riportato da al-Bukhari)

Spiegazione del Hadith 20:
Il significato della sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: "Tra le parole apprese dalle genti della Prima Profezia…”, è che la modestia è sempre stata considerata lodevole, raccomandata e siamo ordinati ad esserlo (modesti), la modestia non è stata mai abrogata dagli insegnamenti e dalle Leggi dei Profeti precedenti.

La sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: ” …fai quello che vuoi!" ha due significati:

Il primo è che non è un ordine di fare come ci pare, ma piuttosto si tratta di un avvertimento o di una minaccia che se noi facciamo cosi, allora dovremo affrontare le conseguenze. Questo è simile alla dichiarazione di Alah ta'aalaa con riferimento ai miscredenti:
"…Fate pure voi quel che volete…» [Fussilat 41: 40]
Questa è una minaccia per loro siccome è stato reso chiaro a loro che cosa avverrà a seguito della loro miscredenza.

Questo è anche simile alla dichiarazione del Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam):
«Chi vende alcool allora rendete a lui premissibile mangiare il maiale.” - e, chiaramente, non c'è in questo il permesso di mangiare la carne dei maiali!

Il secondo è che se una persona non ha modestia oppure pudore/vergogna, poi si lascia andare avanti ed eseguire apertamente ogni singolo atto vergognoso, senza alcuna riserva.Simile a questo, è la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: "La modestia è dall’Iman (fede)". Il suo significato è che la modestia, impedisce ad una persona di commettere atti vergognosi oppure commettere del male, ma, piuttosto, incoraggia lui verso azioni buone e di pietà; proprio come l’Iman di una persona (la fede) gli impedisce di commettere tali atti, e lo incoraggia verso l’obbedienza [ad Allah]. Così, la modestia raggiunge la stazione e la posizione dell’Iman (della fede), diventando equivalente all’Iman in questo.
E Allah conosce meglio.

Riepilogo:
Che le persone stanno generalmente bene fino a quando essi corrompono se-stessi.
Che quando uno è rimasto puro si può fidare della propria coscienza.
 

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HADITH 21: Dì: “Io credo in Allah” e poi sì fermo/saldo

HADITH 21: Dì: “Io credo in Allah” e poi sì fermo/saldo​

Abu Amr – che si chiama anche Abu ‘Amrah – Sufyan ‘Abdillahath-Thaqafi (Allah si compiaccia di lui) riporta:
"Io chiesi: ‘O Messaggero di Allah, dimmi qualcosa riguardo l'Islam che io non posso chiedere ad altri se non a te.’
Ed egli rispose: ‘Dì: Io credo in Allah; e poi sì fermo/saldo.’ "

(Riportato da Muslim)

Spiegazione del Hadith 21:
Il significato della sua (radiAllahu 'anhu) affermazione: “…dimmi qualcosa riguardo l'Islam che io non posso chiedere ad altri se non a te.” è che egli sta chiedendo al Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) di insegnargli una frase/detto comprensibile/esauriente riguardo il significato dell’Islam, che sia chiarori per sé, e non richieda ulteriori spiegazioni da qualcuno oltre il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam), tale che egli possa agire su essa (su questo detto) e proteggere se stesso (dal fuoco) con essa. Così il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) rispose alla sua domanda con la sua affermazione: ‘Dì: “Io credo in Allah; e poi sì fermo/saldo”

Questo è dal discorso completo e comprensivo/esauriente che è stato dato dal nostro Messaggero (sallAllahu ‘alayhi wa sallam), e in verità, egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha combinato, per l'interrogante, in queste due frasi il significato completo dell’Islam e dell’Iman (fede). Poiché in verità queste parole istruiscono la persona di rinnovare il proprio Iman attraverso la lingua ed il ricordo del cuore, onpòtre, esse istruiscono ad essere fermo/saldo (avere Istiqaamah) nell'eseguire azioni di Obbedienza e di astenersi completamente da tutte le azioni di Disobbedienza, in quanto non è possibile stabilire al-Istiqaamah mentre, allo stesso tempo, hai qualche elemento di disonestà e di disobbedienza, in quanto questo è il suo opposto.
Questo è simile alla Sua dichiarazione:
"In verità coloro che dicono: 'Il nostro Signore è Allah', e poi rimangono saldi su questo." [Fussilat 41: 30],
vale a dire che credono in Allah soltanto, e poi rimangono fermi su questo, obbedendo a Lui, fino a quando Allah prende le loro anime mentre sono ancora su questo.

'Umar ibn al-Khattaab (radiAllahu 'anhu) ha detto:
"Loro sono fermi nell'obbedire ad Allah, e non deviano dalla via con l'evasione della volpe".
Il suo significato è che sono fermi sulla maggior parte di ciò che Allah ha ordinato, dalle questioni del Credo, Parola, ed Azioni. E loro persistono su questo, e questo è il significato è il significato della spiegazione fornita dalla maggior parte degli studiosi di Tafsiir (Spiegazione del Corano), ed è il significato del hadith, inshaa Allah ta'aalaa.

Simile a questo è il detto di Allah subhaanahu:
"Resta quindi (o Muhammad – sallAllahu ‘alayhi wa sallam) fermo/saldo e retto (nella religione dell'Islam), come t’è stato ordinato." [Hood 11: 112]
Ibn 'Abbas (radiAllahu ' anhu) ha detto che nessun altro versetto dall’intero Corano che è stato rivelato al Messaggero (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) è stato più duro/difficile per lui rispetto a questo versetto. E, a causa di questo egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam), ha dichiarato:
"(La Sura) Hood ed i suoi compagni hanno reso i miei capelli bianchi".
Abu Bakr (radiAllahu 'anhu) ha narrato che egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha detto:
"I miei capelli sono diventati bianchi da (Surah) Hood, al-Waaqi'ah, al-Mursalaat, ‘Amma Yatasaa’alon, e Idha ash-Shamsu Kuwwirat."

Al-Ustaadh Abu al-Qaasim al-Qushairii (rahimahu Allahu ta'aala) ha detto:
“Al-Istiqaamah (la fermezza) è una stazione nella quale si realizza la perfezione degli affari, ed il loro completamento, e con la sua presenza si raggiunge tutto ciò che è buono ed ordinato. Colui che non raggiunge l'Istiqaamah nel suo sforzo, allora ha perso questo sforzo e tutta la buona fortuna.”

Si dice anche che: Al-Istiqaamah (la fermezza) non viene sostenuta tranne che per gli anziani e gli studiosi [nel Diin - Religione], perché questo include anche il tenersi lontani dalle pratiche comuni [che sono errate] della gente [che è ignorante]. Include anche la differenziazione e la separazione dai costumi e dalle tradizioni [errate] della gente, ed al posto di questo, stare fermi tra le Mani di Allah ta'aalaa sulla Realtà della Verità, e per questo il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"Sì tenace [nelle tue azioni] e non contare/enumerare [le tue azioni buone, che potrebbe indurti a limitarle]. Sappi che la migliore delle tue azioni è la Preghiera, e nessuno tranne il [vero] Credente si prende cura di mantenere il suo wudu (abluzione).”

Al-Waasitii (rahimahu Allah) ha detto:
"Al-Istiqaamah (la fermezza) è una caratteristica tale che con essa tutte le buone qualità si perfezionano, e senza di essa vengono tutte sfigurate."
E Allah conosce meglio.

Riepilogo:
Che solo il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha compreso appieno l'essenza e il valore di adorare Allah veramente.

Che uno deve davvero credere che Allah è il suo Signore, che egli adora, e quindi rimanere retti e tenaci su questo credo, e questo copre l'intera religione.

Che essere Tenaci/Retti sarebbe l’inseguimento delle ingiunzioni/della rivelazione che sono venute da Allah, in Cui lui crede/si fida, Colui che egli adora e Colui che egli prende come la massima autorità.
 

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Limitarsi alle Opere Obbligatorie è Sufficiente per entrare nel Paradiso

HADITH 22: Limitarsi alle Opere Obbligatorie è Sufficiente per entrare nel Paradiso​

Abu Abdullah Jabir bin ‘Abdillaah al-Ansaari (radiAllahu ‘anhu) riporta che:
"Un uomo chiese al Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wa sallam):
‘Secondo te, se compio le Preghiere prescritte, digiuno nel mese di Ramadan, tratto come lecito ciò che è Halaal (Non è Proibito dalla Shari’ah), e tratto come proibito ciò che è haraam (Proibito dalla Shari’ah) e non aggiungo altro (in opere volontarie), entrerò in Paradiso?
Egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) rispose: Si"

(Riportato da Muslim)
Il significato di ‘tratto come proibito ciò che è haraam’, è quello di stare lontano da esso; e il significato di ‘tratto come lecito ciò che è Halaal’, è quello di farlo credendo che sia permissibile.

Spiegazione Hadith 22:

Questo uomo che ha domandato al Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) era Nu'maan bin Qawqal.
Shaykh Abu 'Amr bin as-Salaah (rahimahu Allah) ha detto:
"Ciò che emerge dalla sua dichiarazione ‘tratto come proibito ciò che è haraam’ sono due questioni:
La prima: Che lui crede che quelle cose siano proibite.
La seconda: Che lui non esegue queste azioni, che è diverso dal caso di trattare il Halaal come permissibile, siccome in quest'ultimo caso è sufficiente credere che siano permissibili [senza eseguirli tutti]."


L'autore di al-Mufham ha detto che:
In questo hadith il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) non ha menzionato all'interrogatore qualcuna delle azioni/opere volontarie, e questa è una prova che indica la liceità di lasciare tutte le azioni volontarie. Ma colui che fa cosi, e non esegue nulla dagli atti volontari, ha privato la sua anima da un profitto enorme ed una ricompensa immensa. E colui che persiste nel lasciare qualcosa dalla Sunnah è considerato di avere deficienza nella sua Religione, ed un danno/indebolimento al suo morale ed alla sua giustizia. E, se il suo abbandono (degli atti volontari) è dovuto al disprezzo o all’indifferenza per essi, o perché lui li detesta, allora questo è considerato fisq (peccato) che merita di essere punto.

I nostri studiosi hanno detto:
“Se la gente di una terra giungono ad un accordo sull’abbandono della Sunnah, allora devono essere combattuti fino a quando non tornano ad essa.”
I leader tra i Sahaabah (radiAllahu ‘anhum) e coloro che li hanno seguiti erano fermi nello svolgimento delle azioni volontarie, e questo avrebbe facilitato la persistenza sulle opere/azioni obbligatorie, e loro non facevano distinzioni tra il volontario e l'obbligatorio nel cercare di raggiungere ricompense.

Qui, il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha lasciato il Sunnah ed altri atti volontari nel consiglio all’uomo, per rendere la Religione facile per lui, a causa della sua recente accettazione dell’Islam, siccome gli obblighi eccessivi lo avrebbero potuto allontanare dalla Religione. Ed egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) sapeva che se l'uomo si sarebbe stabilito nell’Islam e se Allah avrebbe aperto il suo cuore al Diin (Religione), dopo lui avrebbe, di sua spontanea volontà cercato quelle azioni volontarie che gli altri Mussulmani avevano cercato. Inoltre, è possibile che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) non abbia menzionato le opere volontarie nel suo consiglio in modo che l'uomo non avrebbe erroneamente assunto che anche tali azioni sono obbligatorie.

E similmente in un altro hadith:
Un uomo chiese al Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) riguardo il Salaah (Preghiera), così egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) disse a lui che sono cinque. Allora l'uomo disse: "Sono obbligato ad eseguire ancora altre [oltre a quelle cinque]?", a cui il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) rispose: "No, tranne quelle che fai volontariamente". Poi l'uomo chiese del Digiuno, del Hajj (Pellegrinaggio alla Mecca) e di altre questioni prescritte, e il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) rispose a lui [in modo simile]. Poi alla fine di questo l'uomo disse: "Per Allah, io non aumenterò su questo, e non farò meno di questo.", al quale il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) disse: "Egli avrà Successo se è Veritiero.", e in un'altra narrazione: "Se egli si aggrappa in ciò che gli è stato comandato, entrerà in Paradiso".

Il Sunan e le azioni volontarie sono state prescritte per completare ed abbellire le azioni/opere obbligatorie. Così, nel caso di questo interrogante, e di quello menzionato prima di lui, il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) non ha incluso nel suo consiglio gli atti volontari al fine di rendere la Religione facile per loro, fino a quando la loro comprensione del Diin (Religione) sarebbe aumentata, che li porterebbe poi a desiderare di raggiungere la ricompensa degli atti volontari.

Così colui che preserva le opere obbligatoria, e le fa nel loro tempo, senza lasciare nulla da esse o senza violare qualcosa dei loro requisiti, allora lui otterrà un enorme ed immenso successo - che Allah ci conceda questo. E allo stesso modo, colui che viene con gli atti obbligatori e poi le fa seguire dagli atti volontari avrà un successo ancora maggiore del primo.

Riepilogo:

• Il hadith è auto-spiegato ed è chiaro.
• Che il Paradiso è garantito a colui che compie la sua Preghiera, Digiuna nel modo corretto, con fede e perfetta sottomissione, senza associare partner ad Allah, insieme al trattare come lecite quelle cose che sono così, e trattare come illecite quelle cose che sono così.
• Che alcune cose diventano un obbligo da fare o da evitare, in determinate circostanze e si danno certe condizioni, anche queste cose sono incluse nel hadith.
• Trattare come lecito ciò che è lecito e trattare come proibito ciò che è proibito ricopre essenzialmente la pratica di tutto il Diin (Religione).
• Che il soddisfacimento delle condizioni di questo hadith per il Paradiso è l'afferrarsi al Tawhid da parte del Credente nella sua vita.
 

besmiralalbani

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Affrettarsi a compiere il Bene

HADITH 23: Affrettarsi a compiere il Bene

Abu Malek al-Harith ibn Asem al-Ashari (radiAllahu ‘anhu) riporta che il Messaggero di Allah (sallAllahu 'alayhi wa sallam) ha detto:
"La purezza è la metà dell’Iman (fede). ‘al-Hamdu lillaah’ (La lode ad Allah) riempie le scale, e ‘subhaanAllaah’ (quant’è lontano Allah da qualche imperfezione) e ‘al-Hamdu lillaah’ (la lode ad Allah) colmano lo spazio tra il cielo e la terra. Il Salaah (la Preghiera) è Luce; la carità è una Prova; la pazienza è Illuminazione e il Qur'an è un argomento a tuo favore o contro di te. Ogni persona comincia la giornata come venditore della propria anima: liberandola oppure causando la sua rovina."
(Riportato da Muslim)

Spiegazione del Hadith 23:

Questo hadith è un principio dai principi dell'Islam, e comprende al suo interno molte questioni importanti e dei principi fondamentali del Din (Religione).

Per quanto riguarda la 'purezza', allora ciò che si intende qui è l'azione.
Gli 'ulamaa (studiosi) differiscono sul significato della frase ‘La purezza è la metà dell’Iman (fede)’, per cui alcuni hanno detto che vuol dire che la ricompensa di purificare se stessi è tale da raggiungere metà della ricompensa dell’Iman (fede), mentre altri hanno detto che il significato di Iman in questo caso è il Salaah (Preghiera). Come Allah ta'aalaa ha detto:
"… Ma Allah non farebbe mai perdere il vostro Iman (le preghiera fatte verso Gerusalemme, prima che Mecca diventasse la Qiblah)…” [Al-Baqara 2: 143]

La purezza è una condizione per la correttezza della Preghiera, così, essa diventa come una parte di essa (della Preghiera), e non è necessario che una parte di qualcosa sia veramente la metà di essa.
Altri hanno detto cose diverse da queste.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: " ‘al-Hamdu lillaah’ (La lode ad Allah) riempie le scale", allora il suo significato è che a causa della grande ricompensa per il fatto di recitare la Lode ad Allah, le scale delle opere buone del credente vengono riempite. Ed è evidente dai testi del Qur'an e della Sunnah, che le opere del servo verranno pesate nel Giorno del Giudizio, e saranno pesanti oppure leggere.

Simile a questa è la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione:" ‘subhaanAllaah’ (quant’è lontano Allah da qualche imperfezione) e ‘al-Hamdu lillaah’ (la lode ad Allah) colmano lo spazio tra il cielo e la terra", la ragione per la sua grande virtù è che combina in sé la negazione di tutte le forme di carenza o imperfezione per Allah, e stabilisce la nostra totale dipendenza da Lui e del avere bisogno di Suo.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) affermazione: ‘Il Salaah (la Preghiera) è Luce ’, significa che impedisce una persona dal peccato, gli proibisce il fahshaa' (le passioni) e lo guida verso ciò che è Giusto/Retto, proprio come uno che utilizza una luce per illuminare la propria strada. E’ stato detto anche che questo significa che, la sua ricompensa sarà una luce per il fedele nel Giorno della Resurrezione, oppure che sarà una luce chiara ed evidente sul volto del devoto nel Giorno della Resurrezione, ed altrettanto in questa vita in forma di bellezza e splendore nel suo volto.
Questo è in opposizione a coloro che non Pregano, e Allah conosce meglio.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) affermazione: ‘la carità è una prova ’, l'autore di al-Tajreed ha detto:
‘Il suo significato è che la sicurezza e il rifugio si chiede mediante essa, proprio come la sicurezza e il rifugio vengono ricercata attraverso le prove [della verità]. E quando il servo verrà interrogato nel Giorno della Resurrezione di come ha speso la sua ricchezza, allora la sua spesa nella carità sarà una testimonianza per lui nel rispondere a quella domanda, così dirà: ‘Ho speso nella carità.’

Altri hanno detto che il suo significato è che la carità è una prova che dimostra l’Iman (la fede) del donatore, dal momento che l'ipocrita non fa la carità cosi come lui non crede nella sua ricetta o nel suo beneficio. Quindi, chiunque spende nella carità, allora questo è un indicazione della forza del suo Iman (fede), e Allah conosce meglio.’

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘la pazienza è Illuminazione ’, questa si riferisce alla Pazienza che è amata e raccomandata dalla Shari'ah (Legislazione Islamica), e questa è la pazienza sull’obbedienza ad Allah ta'aalaa, e la pazienza nell’evitare di disobbedire a Lui. Questo include anche la pazienza nelle diverse difficoltà che uno dovrebbe affrontare nel mondo. L'implicazione di tutto questo è che la Pazienza è lodevole, e mostra sempre il percorso corretto, e guida sempre a ciò che è giusto.

Ibraaheem al-Khawaas (rahimahu Allah) ha detto:
‘Pazienza è avere fermezza/costanza sul Corano e la Sunnah.’

Si dice che la pazienza è contenere se stessi nei momenti di difficoltà con la migliore maniera e carattere.

Abu 'Alee ad-Diqaaq (rahimahu Allah) ha detto che:
"La pazienza non è la rimostranza contro ciò che Allah ha decreto per noi."

Tuttavia, rendere evidente le proprie difficoltà, attraverso la lamentela [ad Allah] di queste, non nega la pazienza. Perché Allah ta’aalaa ha detto riguardo Ayuub (alayhi as-salaam):
"In verità! Lo abbiamo trovato paziente. Quale splendido servo! In verità, lui ritornava sempre e spesso in pentimento (a Noi)!" [Sad 38: 44],
Egli dice ancora:
"E (ricorda) Ayuub, quando pianse al suo Signore: In verità, l'angoscia mi ha preso, e Tu sei il Più Misericordioso di tutti coloro che mostrano Misericordia". [Al-Anbiyaa 21: 83], e Allah conosce meglio.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘il Qur'an è un argomento a tuo favore o contro di te’, allora il suo significato è chiaro che se uno recita e agisce su di esso, allora otterrà un grande beneficio da esso, se no, allora sarà una prova contro di lui.

La sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Ogni persona comincia la giornata come venditore della propria anima: liberandola oppure causando la sua rovina.’, significa che ogni persona si impegna per la sua anima, cosicché tra gli uomini ci sono quelli che vendono se stessi per Allah obbedendo a Lui, e, liberando cosi la loro anima dal Castigo, come Allah ta’aalaa ha detto:
"In verità, Allah ha comprato ai credenti le loro vite e le loro proprietà, ed il loro prezzo sarà il Paradiso" [At-Tawbah 9: 111]

Chiunque vende la sua anima a Shaytan (Satana) ed ai suoi desideri seguendoli, allora lui ha distrutto la sua anima.

O Allah! Concedi a noi di agire ed Obbedire a Te, e salvaci dalla distruzione di noi stessi attraverso l’opposizione a Te.

Riepilogo:

• La pulizia in base ai requisiti dell'Islam è la metà della Fede.
• La realizzazione ed il riconoscimento di Allah come l'Unico che merita tutte le lodi aggiunge peso a nostro favore sulla Bilancia del Giudizio [al-Miizaan]
• Che quanto sopra accoppiata con la realizzazione ed il riconoscimento di Allah come il Più Perfetto, è di grande valore ed assicura giustizia alla creazione dal credente.
• La Preghiera costruisce la Fede ed indica la Via.
• La carità è una prova della nostra fede per cui daremo conto nell'Ultimo Giorno.
• La pazienza abbellisce i nostri affari ed è un segno di saggezza.
• Ogni cosa deve essere giudicata dal Qur'an.
• Prendere il Qur'an come un giudizio di autorità, o prova il nostro caso oppure ci condanna.
• Siamo noi stessi responsabili delle nostre azioni e il Paradiso o l'Inferno dipendono molto da quello che abbiamo fatto, come l’abbiamo fatto e con che tipo di fede.
 

besmiralalbani

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HADITH 24 : La Proibizione dell’Oppressione

HADITH 24 : La Proibizione dell’Oppressione​


Abu Dharr al-Ghifari (radi’Allahu ‘anhu) riferisce dal Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) che ha appreso direttamente da Allah, Gloria a Lui, che Lui ha detto:*!

"O Miei servi! Ho proibito a Me stesso l'oppressione/l’ingiustizia (dhulm) e l’ho proibita tra di voi, quindi, non opprimete l'un l'altro.*!
O Miei servi! Voi tutti siete sviati eccetto coloro che Io ho guidato, quindi, chiedete la guida da Me ed Io vi guiderò.
O Miei servi! Voi tutti siete affamati tranne coloro che Io ho nutrito, quindi chiedete*!il cibo da Me ed Io vi nutrirò.
O Miei servi! Voi tutti siete nudi tranne coloro che Io ho vestito, quindi chiedete i vestiti da Me ed Io vi vestirò.*!
O Miei servi! Voi peccate di notte e di giorno, ed Io perdono tutti i peccati, chiedete il perdono da Me ed Io vi perdonerò.*!
O Miei servi! Voi non potrete cercare di nuocermi e poi nuocermi in realtà; come non potrete cercare di farmi del bene e poi farmelo in realtà.*!
O Miei servi! Se il primo di voi e l'ultimo di voi, e gli umani tra voi ed i jinn (creature fatte dal fuoco che noi non vediamo) tra voi, fossero tutti pii come il cuore più pio di un individuo tra di voi, questo non aggiungerebbe nulla al Mio Regno*!
O Miei servi! Se il primo di voi e l’ultimo di voi, e gli umani tra voi ed i jinn tra voi, fossero tutti malvagi come il cuore più malvagio di un individuo tra di voi, questo non diminuirebbe nulla al Mio Regno.
O Miei servi! Se il primo di voi e l’ultimo di voi, e gli umani tra voi ed i jinn tra voi, vi riuniste tutti in un luogo e Mi imploraste/chiedeste, e se Io dessi a ciascuno di voi quanto Mi viene chiesto, questo non diminuirebbe ciò che Io posseggo più di quanto un ago diminuisce il mare in cui viene immerso.
O miei servi! E' delle vostre azioni che Io terrò conto e vi ricompenserò. Così, chi troverà il bene glorifichi Allah e chi troverà altro rispetto a questo, che non biasimi nessuno tranne se stesso."*!

(Riportato da Muslim)*!

Spiegazione del Hadith 24:

Questo hadith è un hadith in cui il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) racconta qualcosa da Allah ta'aalaa, questo tipo di hadith viene chiamato 'Hadith Qudsii'.

Per quanto riguarda la Sua 'Azza wa Jall dichiarazione: ‘Ho proibito a Me stesso l'oppressione/l’ingiustizia (dhulm) e l’ho proibita tra di voi ’, alcuni degli 'ulamaa (studiosi) hanno detto che il suo significato è: "non si addice alla Mia Maestà, e quindi non è possibile da parte Mia", come Allah ta'aalaa ha detto: "Ma non si addice (alla Maestosità) del Più Compassionevole (Allah) che Egli debba generare un figlio."

Così il dhulm (l’oppressione/l’ingiustizia) è inconcepibile per Allah ta'aalaa.

Alcuni degli 'ulamaa hanno detto riguardo a questa hadith: "Non è permesso a nessuno di chiedere ad Allah di Giudicare contro il suo avversario se non con la Verità, dal Suo - subhaanahu – detto: ‘Ho proibito a Me stesso l'oppressione/l’ingiustizia (dhulm)’, così Egli - subhaanahu - non opprime i Suoi servi di Suo accordo, allora come si può concepire che Egli opprima uno dei Suoi servi per amore di un altro dei Suoi servi?"

Similmente ha detto: ‘non opprimete l'un l'altro.’*!e questo implica che l’oppresso si vendicherà dell'oppressione commessa contro di lui.

La Sua dichiarazione: ‘Voi tutti siete sviati eccetto coloro che Io ho guidato…, Voi tutti siete affamati tranne coloro che Io ho nutrito…, Voi tutti siete nudi tranne coloro che Io ho vestito ’, è un ricordo della nostra povertà davanti ad Allah, e della nostra incapacità di realizzare il bene per noi stessi e di respingere il male da noi stessi, se non con l'aiuto di Allah subhaanahu in questo, e questo è come il significato della dichiarazione: 'laa hawla wa laa quwwata illaa billaah' , vale a dire 'non c'è movimento o potenza se non per la Volontà di Allah.' Allora, che il servo sappia che quando vede le tracce di queste benedizioni su di sé, questo è dalla benedizione di Allah, e quindi è necessario che lui ringrazia Allah ta’aalaa per questo. E per ogni cosa che egli riceve in eccesso di queste benedizioni, lui dovrebbe aumentare la Lode ed il Ringraziamento ad Allah ta'aalaa.

E la sua dichiarazione: ‘quindi, chiedete la guida da Me ed Io vi guiderò ’, questo, informa generalmente il servo che quando ha cercato la guida dal suo Padrone, allora Egli lo ha guidato. Anche se avesse ricevuto la guida prima di chiederla dal suo Signore, allora, egli ancora non potrebbe dire di aver ottenuto la guida mediante la conoscenza che possedeva.

Similarmente il significato di ‘Voi tutti siete affamati …’ fino alla fine, è che Allah ha creato tutta la creazione in uno stato di povertà e bisognosi del cibo. Così, chiunque mangia, era in uno stato di fame fino a quando Allah lo ha nutrito, inviando il suo Rizq (sostentamento), perfezionando i favori che erano stati formati per lui. Quindi, il possessore della ricchezza non deve pensare che il sostentamento che si trova nelle sue mani e che ha messo nella sua bocca sia stato fornito a lui da qualcun altro tranne Allah ta’aalaa.

Questa affermazione è anche un'indicazione dei modi richiesti dei bisognosi - come Egli ha detto: "Non cercare il sostentamento da qualcun’altro tranne Me, in verità tutti quegli altri dai quali possiate cercare sostentamento, loro stessi sono stati forniti da Me. Quindi cercate il sostentamento da Me ed Io provvederò per te.", e in modo simile per ciò che segue questo.

La Sua dichiarazione: ‘Voi peccate di notte e di giorno’, contiene una censura nei confronti di essi [dei peccati], dei quali ogni credente si vergogna. Allah ha creato la notte nella quale tu obbedisci a Lui, nella quale tu Lo adori sinceramente, siccome le opere eseguite nella notte sono generalmente sicure dal riyaa' (ostentazione, finzione) e dall’ipocrisia.
Quindi non sente vergogna il credente di non trascorrere le sue giorni e notti nell'obbedienza di Allah?

Altrettanto, Allah ha creato testimoni anche tra gli uomini, quindi ciò che si aspetta da ogni persona intelligente e astuta, è che lui obbedisca ad Allah e non mostri apertamente la disobbedienza davanti alla gente. Com'è che un credente peccherebbe apertamente o segretamente (non c'è perdono?!) in verità Allah subhaanahu wa ta'aalaa ha detto dopo di questo: ‘ed Io vi perdonerò.’ Nell'espressione in arabo di questa dichiarazione vi sono due forme di enfasi che indicano che Allah perdona tutte le forme di peccato. Ed Egli ha detto questo prima del Suo ordine di chiedere perdono a Lui, cosicché nessuno che abbia commesso un peccato possa disperarsi della Misericordia di Allah, non importa quanto il peccato possa essere grande.

Nella Sua dichiarazione: ‘Se il primo di voi e l'ultimo di voi, e gli umani tra voi ed i jinn…’ fino alla fine, è un'indicazione che il Taqwa (pietà, amore, rispetto, temere) del pio è una Misericordia concessa a loro, e che non diminuisce o aumenta minimamente il Regno di Allah.

Per quanto riguarda la Sua dichiarazione: ‘vi riuniste tutti in un luogo’, in questo c’è un'esortazione alla creazione di dare importanza alle richieste/suppliche ad Allah e chiedere da Lui in tutti gli affari/vicende, e di non sentirsi vergognosi/timidi o mancanti nel chiedere a Lui, perché in verità ciò che è con Allah non diminuisce ed i Suoi tesori sono inesauribili, quindi che nessuno pensi che ciò che è da Allah diminuirà dalla Sua donazione (ciò che da, fornisce a noi), come il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha spiegato in un altro hadith:
"La Mano di Allah è Piena; non diminuisce con la Sua donazione (dare, fornire) per tutto il giorno e la notte. Non avete visto che il vostro Signore sta dando da quando ha creato i Cieli e la Terra, e tutto questo non ha diminuito ciò che è nella Sua Mano Destra per niente."

Ciò che è nascosto in questo è che la sua Qudrah (Potenza, Abilità) è sempre pronta per conferire favori sulla Sua creazione, e non è possibile che Egli perda la capacità di fare cosi, o che Egli manchi di qualcosa nel fare cosi, o che quello che Egli è in grado di fare diventi limitato.

La Sua dichiarazione: ‘più di quanto un ago diminuisce il mare in cui viene immerso.’, è una metafora, il cui scopo è quello di far capire ciò che noi testimoniamo per Allah. E il suo significato è che ciò che è con Allah non diminuisce affatto.

La Sua dichiarazione: ‘E' delle vostre azioni che Io terrò conto e vi ricompenserò. Così, chi troverà il bene glorifichi Allah ’, significa che il servo non deve considerare le sue azioni di obbedienza e adorazione di Allah come se fossero il risultato dovuto solo al suo nafs (anima), ma, piuttosto, lui dovrebbe considerarle come il risultato del tawfiiq (orientamento, buona fortuna) da Allah, e quindi, lui dovrebbe Glorificare Lui per questo.

Egli ha detto: ‘e chi troverà altro rispetto a questo’, e non ha detto "e lui che trova il male"; il significato di questo è: "e lui che trova qualcosa di diverso da questo che è migliore". Allora, una persona non dovrebbe incolpare nessuno tranne se stesso. Allah sottolinea questo attraverso una sfumatura nella lingua araba, in modo tale che nessuna persona possa pensare che ci possa essere qualcun’altro che possa parzialmente o totalmente prendere la responsabilità per le sue azioni.
E Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• Allah non opprime mai.
• Allah non può opprimere.
• E’ haram (proibito nell’Islam) per noi opprimere l'un l'altro.
• Che nessuno viene guidato, finché non viene guidato da Allah.
• Anche se la Guida si trova nel Qur'an e nella Sunnah, eppure una persona non può essere guidata da loro finché Allah non rivolge i nostri cuori verso la Sua adorazione.
• Che spetta a noi cercare la Sua guida.
• Che se noi cerchiamo sinceramente la Sua guida allora Egli in veramente ci guiderà.
• Che il sostentamento e la fornitura viene da Allah soltanto.
• Che dobbiamo cercare il sostentamento e la fornitura da Lui solo.
• Che Lui ci darà il sostentamento e la fornitura se chiediamo queste a Lui.
• Che tutti noi siamo peccatori in misura maggiore o minore, vale a dire che nessuno è senza peccato.
• Che Allah perdona tutti i peccati eccetto ciò che Egli dice che non perdona, e ciò che Egli ha menzionato.
• Che nessuno può perdonare i peccati tranne Lui.
• Che è obbligatorio cercare il Suo perdono per i nostri peccati.
• Che nessuno può danneggiare o beneficiare minimamente Allah.
• Che il Suo Regno non è influenzato per niente da parte di tutti gli uomini e jinn anche se diventassero come il migliore o il peggiore tra di loro.
• Se Lui volesse dare ad ognuno ciò che hanno chiesto da Lui, allora questo non diminuirebbe ciò che Lui possiede di tesori e bontà.
• Che la persona verrà giudicata per quello che ha fatto, quindi dobbiamo assicurarci che le nostre azioni siano sempre accettabili da Allah.
• Che l'azione fa parte dell’Iman (fede).
• Che non possiamo avere successo senza la Sua Guida, Aiuto, Protezione e Misericordia, quindi, dobbiamo sempre lodare Lui per il bene che riceviamo.
• Che non abbiamo nessuno da incolpare che noi stessi se finiamo in miseria a causa delle nostre azioni cattive/malvagie.
 

besmiralalbani

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HADITH 25: I Ricchi hanno tutte le Ricompense

HADITH 25: I Ricchi hanno tutte le Ricompense​

Abu Dharr (Allah si compiaccia di lui) riferisce*!che alcuni dei Compagni del Messaggero di Allah (radiAllahu ‘anhum) dissero al Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam):
" ‘O Messaggero di Allah, i ricchi hanno tutte le ricompense. Loro pregano come preghiamo noi, digiunano come digiuniamo noi e danno (di più) la carità per virtù delle loro ricchezze.’
Egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) disse: ‘Allah non vi ha forse concesso cose con cui fare la carità? In verità, ogni Tasbiiha (dire: subhaan Allah - Gloria ad Allah) è una carità, ogni Takbiirah (dire: Allahu akbar - Allah è il più grande) è una carità, ogni Tahmiidah (dire: al-hamdu lillah - Lode ad Allah) è una carità e ogni Tahliila (dire: laa ilaaha illaa Allah - Non c'è altro Dio che Allah) è una carità. E, raccomandare il bene è una carità; proibire il male è una carità e nel bud’i (rapporto sessuale) di ciascuno di voi è una carità.’

Loro dissero: ‘O Messaggero di Allah! Questo vuol forse dire che se uno di noi soddisfa un suo desiderio carnale avrà anche una ricompensa?’

Egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam): ‘Non vedete che se uno agisse su questo (il desiderio sessuale) in modo illecito allora sarebbe meritevole della punizione? Così, se lo si fa in modo lecito, meriterebbe una ricompensa.’ "*!
(Riportato da Muslim)*!

Spiegazione del Hadith 25:

In arabo la parola usata per i ricchi è 'duthuur' che implica una grande quantità di ricchezza. Questo hadith è una spiegazione delle Virtù di recitare tasbiih e tutte le altre forme di dhikr (ricordo) di Allah, e di ordinare il bene e proibire il male, ed assicurarsi che uno abbia l'intenzione di Compiacere Allah anche negli atti Mubaah (Permissibili), perché mediante la purezza nell’intenzione essi diventano atti di Obbedienza, meritevoli di ricompensa.

In questo hadith c’è la prova che è permissibile/lecito chiedere uno studioso riguardo le prove per alcune delle cose nella fatwaa (verdetto religioso) dello studioso che non sono evidenti all’interrogante, finché sia ​​chiaro che lo studioso non disdegna questo e che la domanda venga fatto in modo rispettoso.

La sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘E, raccomandare il bene è una carità; proibire il male è una carità ’, è l'indicazione che ogni singolo modo di ordinare il bene e vietare il male sta nella regola che essa fa parte di un’azione caritatevole. Infatti, è più grande del tasbiih e le altre forme di dhikr citate dopo di essa, perché ordinare il bene e proibire il male è un Fard Kifaayah (Obbligo Collettivo) e, a volte può diventare obbligatorio per ogni individuo, e questo è l’opposto del caso degli adhkaar (plurale di dhikr) menzionati in precedenza, che sono solo nawaafil (azioni volontarie). La ricompensa per l’esecuzione delle opere Obbligatorie è molto maggiore di quella degli atti Volontari, come indica la dichiarazione di Allah 'azza wa jall in un hadith Qudsee:
"Il Mio servo non si avvicina di più a Me con qualcosa che Io amo che con le opere che Io ho reso Obbligatorie a lui."
(Riportato da Al-Bukhari)

Alcuni degli 'ulamaa (studiosi) hanno detto che la ricompensa per le opere obbligatorie è maggiore rispetto a quella per le opere volontarie di settanta livelli, come viene indicato da alcuni ahadiith.

E per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘e nel bud’i (rapporto sessuale) di ciascuno di voi è una carità.’, la parola "bud'i" è un termine generale che comprende il significato di rapporto sessuale e quello delle parti intime stesse, ed entrambe trasmettono correttamente il significato inteso qui. E’ già stato detto che le azioni Mubaah (Permissibile) - cioè né Obbligatorie né Raccomandate - diventano come gli atti di Obbedienza, per le quali si viene premiati, attraverso la presenza della corretta intenzione. Così, anche il rapporto sessuale diventa un atto di culto, se mediante esso una persona intende realizzare i diritti della moglie, e vivere avendo dei buoni rapporti, o per cercare un figlio pio, oppure come protezione per se stesso o per sua moglie dai desideri illegali, o altri rispetto a questi dalle intenzioni/scopi lodevoli.

Mentre con la loro dichiarazione (radiAllahu 'anhum): ‘O Messaggero di Allah! Questo vuol forse dire che se uno di noi soddisfa un suo desiderio carnale avrà anche una ricompensa?’

egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) rispose: ‘Non vedete che se uno agisse su questo (il desiderio sessuale) in modo illecito allora sarebbe meritevole della punizione?’ ,fino alla fine del hadith, questo indica la liceità del Qiyaas (usare l’analogia per derivare regole), e questo è il madhhab degli 'ulamaa, e nessuno si oppone a questa tranne i Dhaahiriyyah (Letteristi - facendo riferimento alla scuola di Daawuud adh-Dhaahirii).
Per quanto riguarda ciò che è stato narrato da alcuni dei Taabi'iin (la generazione dopo i Sahaabah) e da altri studiosi del fatto che il Qiyaas è respinto e biasimevole, allora ciò che loro intendevano non era il Qiyaas che è conosciuto dagli Mujtahid Fuqahaa (i Giuristi che fanno ijtihaad – sforzarsi per qualcosa - nel derivare le regole), e questo è ciò che è noto come Qiyaas al-'Aks (letteralmente, 'analogia dell’opposto'), e gli studiosi di Usuul (Fondamenti) non concordano nell’agire su di esso, ma questo hadith è una prova per coloro che agiscono su di esso.

Riepilogo:

· Noi dobbiamo preoccuparci/interessarci per avere la ricompensa di Allah.
· Tale preoccupazione è dalle caratteristiche della Prima Generazione dei Mussulmani - i Compagni.
· E’ permissibile e raccomandato fare il confronto di se stessi con un altro per vedere quante buone azioni stiamo eseguendo.
· Vedere colui che è ricco in modo tale che possiamo fare opere buone come lui è un azione auspicabile.
· Essere ricchi non è un male in sé e di per sé.
· Ognuno può compiere atti di carità, non importa qual è la sua posizione nella vita.
· Ricordare Allah con le parole è carità.
· I rapporti coniugali con la propria moglie sono carità.
· Che vieni premiato per l'astensione dall’illecito, ed al suo posto adottare la via che è lecita.
 

besmiralalbani

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HADITH 26: LE VIRTÙ DI RICONCILIAZIONE TRA LE PERSONE

HADITH 26: LE VIRTÙ DI RICONCILIAZIONE TRA LE PERSONE, GIUDICARE GIUSTAMENTE TRA LORO, ED AIUTARE LORO​

Abu Huraira (radiAllahu ‘anhu) ha riferito che il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alahi wa sallam) ha detto:
"Ogni giunto/articolazione di ciascuna persona ha il compito di fare la carità ogni giorno in cui sorge il sole. Giudicare giustamente tra due persone è carità; aiutare un uomo a salire in groppa alla propria cavalcatura e caricarvi le sue cose è carità; una parola buona è carità; ogni passo compiuto per andare a fare la preghiera è carità; togliere dalla strada ciò che reca danno è carità."
(Riportato da al-Bukhari e Muslim)

Spiegazione del Hadith 26:

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Ogni giunto/articolazione’ , in arabo viene rappresentato dalla parola "sulaamaa", e la spiegazione di questo è che fa riferimento alle articolazioni ed agli arti del corpo. Viene stabilito da un altro hadith, riportato in Sahih Muslim, che ci sono trecentosessanta giunti/articolazioni nel corpo.

Qaadii 'Iyaad ha detto che all'origine, la parola "sulaamaa" si riferiva alle ossa del palmo, delle dita, del braccio e dei piedi, ma poi hanno iniziato ad utilizzarla per tutte le ossa del corpo e per le sue articolazioni.

Alcuni degli 'ulamaa hanno spiegato che il significato inteso qui della parola "carità", è quella carità che viene incoraggiata come un mezzo per ottenere ricompensa aggiuntive, e non è una carità obbligatoria.

La sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Giudicare giustamente tra due persone è carità’, implica che una persona deve ottenere la riconciliazione tra due persone nel modo giusto.

E in un altro hadith narrato da Muslim: "Ogni mattina, la carità è un dovere per ogni giunto del corpo di una persona, così che ogni tasbiihah [Subhaan Allah] è una carità, e ogni tahmiidah [alhamdu lillaah] è una carità, e ogni tahliilah [laa ilaaha illaa Allah] è una carità, e ogni takbiirah [Allahu Akbar] è una carità, ordinare il bene è una carità e proibire il male è una carità. Questi compiti/debiti sono soddisfatti pregando due Rakaa di preghiera nel tempo del duhaa [tarda mattinata]."

Quindi, questo hadith dimostra che la carità che è un debito/compito giornaliero per tutte le articolazioni e viene soddisfatto facendo due rakaa (unità) di preghiera, in verità, la preghiera è un'azione che coinvolge tutte le arti e le articolazioni del corpo, cosi, quando una persona prega ogni ossa esegue la sua parte dell’intera azione, e Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• E' raccomandato fare ogni giorno un atto di carità per ogni articolazione del corpo.
• Una persona dovrebbe fare cosi in ogni giorno della sua vita.
• Questo hadith enumera alcune opere che possono essere considerate come atti di carità.
• Uno capisce che può applicare questi atti per fare la mediazione tra le persone, aiutare qualcuno nel suo viaggio, camminare verso il Masjid (moschea), e rendere le strade sicure per gli altri in qualsiasi modo.
 

besmiralalbani

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HADITH 27: La Rettitudine (al-Birr) è nel Buon Carattere

HADITH 27: La Rettitudine (al-Birr) è nel Buon Carattere​

Secondo an-Nawwas ibn Sam'an (radiAllahu ‘anhu), il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha detto:*!
"La rettitudine (al-Birr) è nel buon carattere/moralità; ed il peccato è ciò che fa vacillare la tua anima e ti ripugna (non ti piace) che le persone ne siano a conoscenza."*!
(Riportato da Muslim)*!

E sotto l’autorità di Wabisah bin Ma’bad (radiAllahu ‘anhu) che ha detto:
Sono andato dal Messaggero di Allah (sallAllah ‘alayhi wa sallam) e lui mi disse: “ ‘Sei venuto a chiedere della Rettitudine.’ Io dissi ‘Si.’ Lui disse: ‘Consulta il tuo cuore. La Rettitudine è quella per la quale l’anima si sente sollevata e il cuore si sente tranquillo. Il Peccato è ciò che vacilla/oscilla nell’anima e causa disagio nel petto, anche se le persone hanno dato ripetutamente la loro opinione legale (a suo favore).’ ”

Spiegazione del Hadith 27:

La sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘La rettitudine (al-Birr) è nel buon carattere/moralità’, significa che il buon carattere è la più grande caratteristica di al-Birr, [e non l’unica sua caratteristica]. Questo è simile alla sua (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) dichiarazione:
"Il Hajj (Pellegrinaggio) è [stare su] Arafaat", cioè stare nella piana di Arafaat il 9 di Dhul-Hijjah (nome di un mese) è la parte più grande del Hajj, ma non è tutto il Hajj. Per quanto riguarda al-Birr, allora essa è quella che incoraggia il suo agente di eseguire azioni buone e giuste, ed è associata al abraar [persone giuste, pie], e sono quelli che sono obbedienti ad Allah ‘azza wa jall.

E ciò che si intende con 'buon carattere/moralità ', è la giustizia nei propri rapporti, la gentilezza e la considerazione nei propri sforzi, la giustizia quando ordini, ed essere generosi nell'offrire l’aiuto ed altre oltre a queste dalle caratteristiche dei credenti, coloro che Allah ta 'aalaa ha descritto dicendo:
“In verità i [veri] credenti sono quelli i cui cuori tremano quando viene
menzionato Allah e che, quando vengono recitati i Suoi versetti,
accrescono la loro fede. Nel Signore confidano,
quelli stessi che eseguono la preghiera e donano di quello di cui li abbiamo provvisti .
Sono questi i veri credenti: avranno gradi [d'onore] presso il loro Signore, il perdono e generoso sostentamento (Paradiso). (Al-Anfal 8: 2-4)


E Allah ha detto:
"(Lo avranno i credenti la cui vita è stata acquistata da Allah) Coloro che si pentono ad Allah (dal politeismo, dal peccato, ecc), che adorano Lui, che lodano Lui, che sono rapidi (o vanno fuori per la Causa di Allah), che si inchinano (nella preghiera), che si prosternano (nella preghiera), che invitano (le persone) al Al-Ma'roof (tutto ciò che l'Islam ha ordinato) e proibiscono (le persone) da Al-Munkar (tutto ciò che l'Islam ha proibito), e che osservano i limiti fissati da Allah. Dà la buona novella ai credenti." (Al-Tawbah 9: 112)

E Allah ha detto:
"In vero prospereranno i credenti,
quelli che sono umili nell'orazione ,
che evitano il vaniloquio,
che versano la decima obbligatoria (zakaat),
e che si mantengono casti,
eccetto con le loro spose e con schiave che possiedono - e in questo non sono biasimevoli,
mentre coloro che desiderano altro sono i trasgressori -
che rispettano ciò che è loro stato affidato e i loro impegni;
che sono costanti nell'orazione:
essi sono gli eredi, che erediteranno il Giardino, dove rimarranno in perpetuo.]." (Al-Mu'minoon 23: 1-11)


Allah dice:
"I servi del Compassionevole : sono coloro che camminano sulla terra con umiltà e quando gli ignoranti si rivolgono loro, rispondono: « Pace! »;
coloro che passano la notte prosternati e ritti davanti al loro Signore ;
coloro che invocano: « Signore, allontana da noi il castigo dell'Inferno, ché in verità questo è un castigo perpetuo;
qual tristo rifugio e soggiorno !»;
coloro che quando spendono non sono né avari né prodighi, ma si tengono nel giusto mezzo;
coloro che non invocano altra divinità assieme ad Allah; che non uccidono, se non per giustizia , un' anima che Allah ha reso sacra; e non si danno alla fornicazione . E chi compie tali azioni avrà una punizione,
avrà castigo raddoppiato nel Giorno della Resurrezione e vi rimarrà in perpetuo coperto d'ignominia,
a meno che non si penta, creda e operi il bene , ché a costoro Allah cambierà le loro cattive azioni in buone. Allah è perdonatore, misericordioso;
chi si pente e opera il bene, il suo pentimento è verso Allah.
[E sono coloro] che non rendono falsa testimonianza e quando passano nei pressi della futilità se ne allontanano con dignità;
coloro che, quando vengono ammoniti con i versetti del loro Signore , non sono né sordi né ciechi
e dicono: « Signore, dacci conforto nelle nostre spose e nei nostri figli e fai di noi una guida per i timorati [di Allah]» .
Per la loro costanza saranno compensati con il livello più alto [del Paradiso] e saranno ricevuti con l'augurio di pace,
per rimanervi in perpetuo. Quale splendido rifugio e soggiorno!
Di': « Il mio Signore non si curerà affatto di voi se non Lo invocherete. [Ma] già tacciaste di menzogna [la Sua
Rivelazione] e presto [ne subirete] le inevitabili [conseguenze]. (Al-Furqan 25: 63-77)


Quindi, chiunque non sia sicuro della propria condizione dovrebbe confrontarsi con questi aayaat (versetti), e se trova in sé tutte queste buone qualità, questo è un segno che egli possiede un buon carattere, e se scopre che lui non possiede nessuna di esse allora questo è un segno di un cattivo carattere. E, se trova in sé solo alcuni di essi, allora dovrebbe cercare di mantenere ciò che egli possiede ed ottenere ciò che non possiede.

E che nessuno pensi che il ‘buon carattere ’ venga interpretato solo come gentilezza, lasciando i fawaahish (lussuria), i peccati, e che chiunque fa solo questo abbia purificato il suo carattere. Piuttosto, un buon carattere include tutte le buone caratteristiche dei Credenti che abbiamo menzionato sopra.

E del buon carattere fa parte anche supportare pazientemente il cattivo trattamento, come è stato narrato nei due Sahiih [di Bukhari e Muslim] che un beduino tirò il mantello del Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) fino a quando la fine del mantello lasciò un segno sulla spalla del Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam), e lui [il beduino] disse:
"O Muhammad! Concedi per me, dalla ricchezza di Allah che è in te!", così il Profeta (sallAllahu alayhi wa salaam) si rivolse, sorrise a lui e poi ordinò che venisse dato qualcosa.”

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘il peccato è ciò che fa vacillare la tua anima e ti ripugna (non ti piace) che le persone ne siano a conoscenza.’, significa che il peccato è quella cosa che si traduce in avversione/antipatia nel cuore, e questo è un principio che dipende nel distinguere il peccato/l’illecito dalla giustizia: che il peccato è quella cosa che oscilla nel petto e che l'individuo odia che la gente ne sia a conoscenza. Ciò che si intende qui con ‘le persone ’, è coloro che sono uguali nello status e rispettabilità, oppure il meglio della società, e non la gente comune.
Questo è il peccato/l’illecito, quindi, esso deve essere lasciato, e Allah conosce meglio.

Riepilogo:

· Che la rettitudine è bel carattere.
· Non si dovrebbero fare delle buone azioni a malincuore e con le cattive maniere.
· Che ciò che è peccaminoso perturba l'anima incorrotta.
· Il segreto riguardo le nostre azioni, in generale, dimostra la peccaminosità di tali atti.
· I sentimenti del cuore devono essere considerati quando si fa qualcosa.
· La rettitudine lascia l'anima e il cuore in pace.
· Il peccato/l’illecito provoca una sensazione di disagio che non ti lascia, non importa quanto si venga consigliati a suo favore.
· I verdetti giuridici e le esortazioni delle persone non rendono un peccato una cosa giusta da fare.
· Un insegnante può anticipare la domanda di un alunno al fine di aiutare lo studente a capire le sue questioni.
 

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HADITH 28: L’OBBLIGO DI AGGRAPPARSI ALLA SUNNAH

HADITH 28: L’OBBLIGO DI AGGRAPPARSI ALLA SUNNAH

Abu Najiih al-‘Irbad ibn Saariya (radiAllahu ‘anhu) racconta:
"Il messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ci fece un sermone tale che i nostri cuori si riempirono di timore e ci vennero le lacrime agli occhi. Gli dicemmo: ‘O Messaggero di Allah, questo ci sembra un sermone d'addio, quindi dacci le tue disposizioni.
Egli disse:
‘Vi raccomando di avere taqwa (temere) Allah, di ascoltare ed obbedire (al vostro leader) anche se uno schiavo dovesse diventare il vostro Amiir (leader, principe).
In verità, chi di voi vivrà a lungo vedrà molte controversie, quindi, vi dovete attenere alla mia Sunnah (detti, azioni, approvazioni) ed alla Sunnah dei Khulafaa’ ar-Raashidiin (I Califfi Ben Guidati), coloro che guidano alla retta via; aggrappatevi ad essa saldamente (letteralmente: con i vostri molari).
Siate attenti alle questioni/vicende nuove inventate (nella religione), perché in verità ogni bid’ah (innovazione nella religione) è sviamento.’ "

(Riportato da Abu Dawud e at-Tirmidhi, che ha detto che è un hadith buono e forte)

Spiegazione del Hadith 28:

In altri racconti di questo hadith viene detto:
“In verità questo è un sermone d'addio, quindi che cosa ci incarichi/affidi?",
a cui il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) rispose:
"In verità io vi ho lasciato su una Pianura Bianca [cioè una chiara guida], la sua Notte è come il suo Giorno, e nessuno devierà da questo tranne colui che è distrutto."

In un altro racconto, la sua (radiAllahu 'anhu) dichiarazione:
"Un sermone profondo", significa che il sermone li colpii e li fece sentire la paura nei loro cuori, e fece venire le lacrime agli occhi.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Vi raccomando di avere taqwa (temere) Allah, di ascoltare ed obbedire (al vostro leader)’, significa il sovrano, anche se fosse uno schiavo. In alcune delle narrazioni viene riportato: "uno schiavo Etiope."

Alcuni 'ulamaa (studiosi) hanno detto che uno schiavo non può essere il sovrano (governatore), e che questo è stato citato a titolo di esempio o supposizione.
Questo è simile alla sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione:
"Chiunque costruisce per Allah un Masjid (Moschea) come il nido di un uccello, Allah costruisce per lui una casa in Paradiso."
Ma, il nido di un uccello non può essere un Masjid (moschea), ma questo è stato semplicemente riportato a titolo di esempio.

Altri ‘ulamaa dicono che in questa affermazione il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ci informa che il governo diventerà corrotto, e sarà dato ad altri e non ai legittimi proprietari, finché verrà dato anche agli schiavi. Quindi, se questo dovesse accadere allora ancora ascoltate ed obbedite, al fine di garantire il minore dei due mali, che sono:
- sopportare un Governatore che governa senza diritto, oppure,
- portare caos e una grande fitnah (prove, afflizioni) attraverso rivolte.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘In verità, chi di voi vivrà a lungo vedrà grandi controversie’, fa parte dei suoi (sallAllahu alayhi wa sallam) miracoli, siccome informò i suoi Compagni di quello che sarebbe accaduto dopo di lui riguardo le controversie e della diffusione del male.
Egli (sallAllahu alayhi wa sallam) era al corrente di questo in dettaglio, ma lui non rivelò tutti questi dettagli ad ogni individuo. Piuttosto, egli (sallAllahu alayhi wa sallam) mise loro in guardia su questo in modo generale, ma lo spiegò in dettaglio ad alcune persone come, Hudhayfah e Abu Hurayrah (radiAllahu 'anhumaa), e questa, è un evidenza che dimostra la loro grande posizione e stato.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘vi dovete attenere alla mia Sunnah’, quindi, la parola 'sunnah' significa la retta via, la via corretta e forte che procede in modo normale/abituale, e questo è il Percorso Chiaro.

E: ‘alla Sunnah dei Khulafaa’ ar-Raashidiin (I Califfi Ben Guidati), coloro che guidano alla retta via’, sono coloro in cui la Guida è stata mantenuta, loro sono Quattro con il consenso dei Musulmani - Abu Bakr, 'Umar, 'Uthman e 'Alii, radiAllahu ‘anhumaa - che Allah si compiaccia di tutti loro.

Il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ci ha ordinato di aggrapparci alla Sunnah dei Khulafaa' ar-Raashidiin per due motivi:
Il primo è in forma di taqliid (seguire senza evidenze/prove) per colui che è incapace di fare il proprio riconoscimento/giudicare.
Il secondo è in forma di decidere ciò che è più corretto quando ti affacci a divergenze di opinioni tra gli stessi Sahaabah (Compagni del Profeta).

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Siate attenti alle questioni/vicende nuove inventate (nella religione)’, allora sappiate che le innovazioni sono di due tipi:
1) La questione/vicenda che non ha alcun fondamento nella Shari'ah, e questo è baatil [respinta] e biasimevole.
2) La questione/vicenda che ha un parallelo o somiglianza nella Shari'ah, allora questo non è biasimevole.

Questo perché, le parole ‘questioni/vicende nuove inventate ’ e 'bid'ah' non vengono biasimate esclusivamente sulla base delle parole stesse, ma (lo si fa) a causa della loro opposizione alla Sunnah e la chiamata verso il fuorviamento, e quindi, non sono considerate che siano illimitatamente sbagliate.
Ad esempio, 'Umar (radiAllaah ‘anhu) ha reintrodotto la preghiera dei Taraawiih (Preghiera che si fa in congregazione durante il mese di Ramadan dopo la preghiera dell’ ‘isha) e disse: "Che bid'ah eccellente è questa." Qui, è da notare che il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha guidato la preghiera dei Taraawiih in congregazione per pochi giorni, poi lo interruppe a causa della sua paura che la gente potesse pensare che è obbligatoria.
Questa condizione rimase per tutta la Khilaafah di Abu Bakr (radiAllahu 'anhu), fino a quando 'Umar (radiAllahu 'anhu) riavviò ciò che il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) aveva già stabilito precedentemente per noi. Così, egli (radiAllahu ‘anhu) usò la parola bid'ah in senso puramente linguistico, e non nel senso della Shar'iah (Legislazione Islamica) che viene utilizzato per le cose riprovevoli/biasimevoli.
E Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• Si deve parlare in modo, quando è necessario, da raggiungere il cuore delle persone.
• I Sahaabah (radiAllahu anhum) piansero quando ascoltarono la predica, e quindi non è sbagliato piangere durante le predicazioni.
• I consigli dati in questo hadith sono consigli di separazione dal Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam).
• La prima cosa consigliata è temere Allah (cioè di avere Taqwa).
• Si deve obbedire al Amiir ul-Mu'miniin (Governatore dei Credenti) completamente.
• L'obbedienza all’Amiir ul-Mu'miniin è un dovere, non importa chi diventa tale (finché egli adempie le condizioni per questo).
• Ci saranno controversie e divergenze di opinione, dopo il Messaggero (sallAllahu alayhi wa sallam).
• In tutti i casi di differenza è obbligatorio attenersi alla Sunnah, la via del Messaggero (sallAllahu alayhi wa sallam) ed alla via dei Primi Quattro Califfi Ben Guidati.
• Il Messaggero (sallAllahu alayhi wa sallam) si è riferito alla Sua Sunnah e quella dei Califfi Ben Guidati come una cosa, attraverso il suo detto: ‘aggrappatevi ad essa ’.
• Bisogna essere estremamente attenti alle cose nuove nel Diin (Religione).
• Ci si deve assicurare che tutto ciò che uno fa come parte della sua religione abbia, di fatto, prove per questo nel Corano e nella Sunnah.
• Ogni cosa inventata nel Diin (che non ha fondamento nella Shari'ah) è un bid'ah, e il bid'ah conduce lontano dal Paradiso e verso il Fuoco dell'Inferno, e quindi non ci può essere un "buon bid'ah".
• Le innovazioni possono essere nella fede e nelle azioni, e sono manifestazioni di controversie/polemiche.
 

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HADITH 29: QUELLO CHE TI PORTA IN PARADISO

HADITH 29: QUELLO CHE TI PORTA IN PARADISO
Mu’aadh bin Jabal (radiAllahu ‘anhu) racconta:
"Dissi: ‘O Messaggero di Allah, suggeriscimi un atto che mi porti in Paradiso e mi tenga lontano dall'Inferno.
Egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) disse: ‘Hai chiesto una cosa enorme, ma che è facile per colui che Allah glielo rende facile: adora Allah, senza associargli nulla; compi la preghiera, versa la Zakaat; digiuna nel mese di Ramadan e compi il Pellegrinaggio alla Casa (Qaba).’
Poi disse: ‘Vuoi che ti indico i Mezzi del Bene? Il digiuno è uno scudo/protezione; la carità estingue il peccato come l'acqua spegne il fuoco; la preghiera di un uomo nel cuore della notte.’
Poi recitò: “Strappano i loro corpi dai letti per invocare il loro Signore, per timore e speranza , e spendono (carità nella Causa di Allah) di quello che abbiamo loro concesso. Nessuno conosce la gioia immensa che li attende, ricompensa per quello che avranno fatto.” (As-Sajda 32: 16-17)
Poi disse: ‘Vuoi che ti informi della testa della questione/vicenda, del suo pilastro e del suo vertice?’
Io risposi: ‘Si, o Messaggero di Allah.’
Ed egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) disse: ‘La testa della questione è l’Islam, il suo pilastro è la Preghiera, e il suo vertice è il Jihad (Sforzarti, combattere per Allah).
Poi egli (sallAllahu alayhi wa sallam) disse: ‘Vuoi che ti parli del fondamento di tutto questo?’
Io risposi: ‘Si, o Messaggero di Allah.’
Allora egli afferrò la lingua e disse: ‘Tienila a freno.’
Io chiesi: ‘O Profeta di Allah, saremo quindi rimproverati per ciò che noi diciamo?’
Egli disse: ‘Che tua madre di perda, o Mu’aadh! Cosa fa gettare la gente con la faccia - o forse disse con il naso - nel fuoco se non il raccolto delle loro lingue?’ "
(Riportato da at-Tirmidhi, che ha detto che è un hadith buono e forte)

Spiegazione del Hadith 29:

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Hai chiesto una cosa enorme, ma che è facile per colui che Allah glielo rende facile’ si riferisce a colui che Allah gli concede l’abilità di agire, poi lo guida ad adorare Lui con sincerità e senza associare alcun partner a Lui.
‘Compi la preghiera’ significa eseguirla completando tutti i suoi requisiti nel modo più perfetto. Poi, dopo di questo, egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha menzionato gli altri Pilastri dell'Islam, vale a dire la Zakaah, il Digiuno e il Hajj, poi egli (sallAllahu alayhi wa sallam) chiese: ‘Vuoi che ti indico i Mezzi del Bene?’

‘Il digiuno è uno scudo/protezione’ – qui, la parola 'digiuno' si riferisce al digiuno diverso da quello del Ramadan, siccome è stato già menzionato. Qui è implicito il fatto di fare molti digiuni volontari. E, la protezione del digiuno è come uno scudo e coperta dal Fuoco.
‘la carità estingue il peccato’ - cosa si intende per 'carità' qui, è quella oltre il Zakaat obbligatorio.

Allora egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto: 'la preghiera di un uomo nel cuore della notte.’ Poi ha recitato i versetti da Surah as-Sajdah. Tutto ciò significa che colui che sta alzato nel cuore della notte, abbandonando il piacere del suo sonno, preferendo al suo posto ciò che egli spera dal suo Signore, allora la sua ricompensa sarà come indicato nel versetto: ‘Nessuno conosce la gioia immensa che li attende, ricompensa per quello che avranno fatto.’
E’ stato trasmesso in alcune narrazioni che Allah ta'aalaa si vanta di colui che sta nel culto nel cuore della notte, dicendo:
"Guardate i Miei servi che stanno nel buio della notte, quando nessuno tranne Me li vede; testimoniate che Io ho concesso a loro la dimora del Mio Favore e della Mia Generosità."

Poi egli (sallAllahu alayhi wa sallam) disse: ‘Vuoi che ti informi della testa della questione/vicenda…?’ Così egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha paragonato 'la questione' con un cammello maschio e fece l’Islam la sua testa, siccome nessun animale può vivere senza una testa. Poi egli disse: 'il suo pilastro è la Preghiera’; il pilastro di una cosa è quella parte mediante il quale si regge, e senza di essa rimane instabile.

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘e il suo vertice è il Jihad’; il picco di qualsiasi cosa è la sua parte più alta, e il picco della gobba di un cammello è la sua punta più in alto. Il Jihaad è un'azione a cui non corrisponde o non è eguagliabile con qualcun’altra, come è stato narrato da Abu Hurairah (radiAllahu anhu) che un uomo venne dal Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) e disse:
"Guidami in un azione uguale al Jihaad.", al quale il Messaggero (sallAllahu alayhi wa sallam) ripose: "Non ne trovo una." Allora egli (sallAllahu alayhi wa sallam) disse: "Sei in grado, quando il Mujahid (Coloro che vanno a combattere, a fare il Jihaad) escono di casa, di entrare nel Masjid (Moschea) e Pregare continuamente senza interruzione, e digiunare continuamente senza mangiare [finché i Mujahid ritornano]?" Al quale l'uomo rispose: "E chi è in grado di farlo?"

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘Vuoi che ti parli del fondamento di tutto questo?’ è l’incoraggiamento inizialmente sul Jihaad contro il kufr (miscredenza), poi il Jihaad maggiore, che è il Jihaad contro il nafs (anima), trattenersi dal discorso che lo danneggia e che lo porta alla rovina. Per questo, egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha indicato che la maggior parte delle persone entreranno nel Fuoco, a causa delle loro lingue, in quanto egli disse: ‘Che tua madre di perda, o Mu’aadh! Cosa fa gettare la gente con la faccia - o forse disse con il naso - nel fuoco se non il raccolto delle loro lingue?’ Ed è stato già menzionato nel hadith autentico che ‘Chi crede in Allah e nell'Ultimo Giorno parli bene o taccia.’, e in un altro hadith: "Chi garantisce per me (cioè salvaguardia), ciò che si trova tra le sue mascelle (cioé la sua lingua), e quello che si trova tra le sue gambe (cioè le parti intime), allora io garantirò per lui il Paradiso."

Riepilogo:

• Cercare il Paradiso e cercare di essere salvati dal Fuoco è una questione di grande importanza e serietà, e questa preoccupazione dovrebbe avere la priorità corretta nella nostra vita.
• Questo hadith conferma che se uno soddisfa i requisiti di tutti i cinque pilastri dell'Islam allora a lui viene garantito il Paradiso.
• Che il primo pilastro incorpora il rispetto di tutti gli atti obbligatori ed evitare tutto ciò che è proibito.
• Vivere l'Islam è facile quando Allah lo rende tale.
• I cinque pilastri costituiscono l'insieme indivisibile che è l'Islam; quindi negare qualche parte di esse è Kufr che ci ostacola dal Paradiso.
• Digiunare, fare la carità e pregare Tahajjud (la preghiera della notte) portano alla bontà in questo mondo e nell’altro.
• Il digiuno ci protegge dai peccati, sviluppa in noi la pietà, quindi, agisce come scudo contro il fuoco e il male in questo mondo.
• Fare la carità cancella i nostri peccati.
• La preghiera del Tahajjud ci sviluppa spiritualmente e rende il nostro Islam più forte e più sincero.
• La testa della nostra questione nella vita è vivere l'Islam.
• La preghiera è il pilastro centrale che regge il nostro Islam, e senza la quale non c’è Islam nella nostra vita.
• Il vertice dell'Islam è il Jihaad nella Strada di Allah, e questa è la più alta forma di culto.
• Si deve usare la propria lingua con estrema cautela, poiché per l'utilizzo sbagliato/illecito delle parole verranno tenute conto contro di noi, nel Giorno del Giudizio e ci può portare al Fuoco dell’Inferno.
• Il Messaggero (sallAllahu alayhi wa sallam) non intendeva le parole: ‘Che tua madre di perda, o Mu’aadh!’, come una supplica letteralmente, ma era una consuetudine degli arabi.
 

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HADITH 30: I DIRITTI DI ALLAH TA’ALA

HADITH 30: I DIRITTI DI ALLAH TA’ALA
Abu Tha’labah al-Khushanii Giurthum ibn Nashir (radiAllahu anhu - Allah si compiaccia di lui) riferì che il Mesaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) disse:
"Allah Onnipotente ha stabilito degli Obblighi Religiosi (faraa’id), non li trascurate; Egli ha fissato dei limiti/confini, non li oltrepassate; Egli ha proibito alcune cose, non le trasgredite; Egli ha mantenuto il silenzio su certe cose per misericordia verso di voi e non per dimenticanza, non cercate di conoscerle."
(Hadith Hasan narrato da Ad-Daraqutnii ed altri)

Spiegazione del Hadith 30:

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: ‘ha stabilito’ significa che Allah ‘azza wa jall ha reso queste cose obbligatorie.

La sua dichiarazione: ‘non li oltrepassate’ significa: non entrare in esse. Per quanto riguarda il divieto di approfondire quelle questioni di cui Allah ha mantenuto il silenzio, questo è in conformità con la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione:
‘Non mi chiedete di ciò che ho lasciato [senza specificare], in verità le nazioni prima di voi sono state distrutte dalle loro domande eccessive e dal loro disaccordo con i loro Profeti. [Vedi Hadith Numero 9].

Alcuni degli 'ulamaa (studiosi) hanno detto: "I Bani Israa'iil (Figli di Israele) chiedevano (molto) ed hanno ricevuto le risposte e gli è stato dato ciò che hanno chiesto, fino a quando questo è diventato una fitnah (afflizione, prova) per loro, e questo li ha portati alla loro distruzione."

I Sahaabah (radiAllahu ' anhum) capirono questo, e si trattenerono dalle domande (dal chiedere troppo) ad eccezione di quelle questioni che erano essenziali. [A causa di questo] loro erano felici quando un beduino del deserto [che non avrebbe queste limitazioni] veniva a fare delle domande al Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam), cosi loro lo avrebbero ascoltato attentamente.

Alcune persone sono diventate estreme in questo fino a quando hanno detto: "Non è permissibile chiedere agli studiosi nuovi eventi o situazioni, finché non si verifichino."

I Salaf [cioè i Primi Studiosi] dicevano cose simili a questo, che si devono lasciare queste questioni finché si verifichino effettivamente. [Questo è continuato] fino a quando hanno cominciato a temere che la conoscenza si sarebbe persa [mediante la morte degli 'ulamaa], e così cominciarono a stabilire Principi, e discutere questioni più sottili, a sistemare e scrivere i diversi rami della Conoscenza e le loro regole/sentenze.

Gli 'ulamaa hanno differito per quanto riguarda le regole sulle questioni prima che la Shari'ah fosse stata rivelata riguardo ad esse [cioè durante la vita del Profeta, sallAllahu alayhi wa sallam] - erano tutte proibite o permissibili oppure non c'è proprio stato una regola riguardo ad esse?
Quindi gli 'ulamaa si sono divisi in tre madhhabs su questo argomento, e tutto questo è stato citato dettagliatamente nei libri di Usuul ul-Fiqh.

Riepilogo:

• Il musulmano ha dei doveri specifici da compiere nella sua religione, che non può trascurare.
• Allah ci ha mostrato come e dove non commettere eccessi.
• Egli ha stabilito limiti e divieti, che altrettanto non possono essere trascurati.
• Ciò che è noto chiaramente dal Libro e dalla Sunnah è sufficiente per le nostre vite, e questa è una misericordia da Allah.
• Non dobbiamo cercare ciò che non è stato menzionato.
• Speculare, filosofeggiare ed ipotizzare riguardo l'Islam è proibito.
• Allah non dimentica mai.
 

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HADITH 31: LA REALTÀ DELL’ASCETISMO

HADITH 31: LA REALTÀ DELL’ASCETISMO

Abul-Abbas Sahl ibn Saad as-Saidi (RadiAllahu anhu – che Allah si compiaccia di lui) racconta:
"Un uomo venne dal Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) e gli chiese: O Messaggero di Allah, indicami un atto che se lo faccio, mi farà amare da Allah e dagli uomini. Egli (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) rispose:
‘Rinuncia al mondo e Allah ti amerà; rinuncia a ciò che possiede la gente e la gente ti amerà.’ "
(Hadith Hasan riportato da Ibn Majah ed altri con catena buona di narratori)

Spiegazione del Hadith 31:

Sappi che il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) incoraggiava i suoi compagni a produrre poco dai possessi terreni e (incoraggiava loro) ad astenersi, dicendo:
"Rimani in questo mondo come se fossi uno straniero o un viaggiatore di passaggio."
Ed è stato raccontato che lui (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"L'amore per il Dunyaa (piaceri terreni) è il capo di tutti i peccati." [Tuttavia, questa narrazione risale solo fino ad al-Hasan al-Basree, e non al Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam)].
In un altro hadith:
"In verità l'asceta in questa vita trova il suo cuore soddisfatto/contento in questo mondo e nell'aldilà, mentre colui che cerca il Dunyaa (la vita terrena) trova il suo cuore stanco, in questo mondo e nell'aldilà."

Sappi che chiunque vive nel mondo vive come un ospite, e qualsiasi cosa che egli tiene nella sua mano non è che un prestito; l'ospite alla fine partirà, e il prestito alla fine verrà restituito.
'Alii (radiAllahu' anhu) disse: "Il Dunyaa è la terra che vedete davanti a voi - da essa mangia il pio ed il malvagio.", ed è odiato dagli Awliyaa (Amici) di Allah ed è amata dal popolo del Dunyaa (di questo mondo/questa vita terrena).
Quindi chiunque si unisce a loro nel loro amore per essa (l’amore per il Dunyaa), allora anche loro sono odiati.

Il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) ha guidato l'interrogatore in questo hadith a lasciare il Dunyaa astenendosi da essa, e di conseguenza (dell’astenersi) ha promesso a lui l'amore di Allah, l'Altissimo - e questo è il Suo essere Compiaciuto di lui, e, in verità l’amore di Allah per i Suoi servi è il Suo essere Compiaciuto di loro.

Ed egli (sallAllahu alayhi wa sallam), ha guidato lui ad astenersi/rinunciare a ciò che possiede la gente, se vuole ottenere l'amore della gente.

La ricchezza è dall’amore per il Dunyaa, e in verità non c'è niente che la gente possiede e che odiano l'un l'altro a causa di questo (questo che possiede), o concorrono l’uno con l'altro per esso, tranne che per la ricchezza del Dunyaa.

Ed egli (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"Chiunque pone l’Aldilà come preoccupazione, allora Allah raccoglie insieme i suoi affari, e mette la liberazione dalla povertà nel suo cuore, e il Dunyaa viene a lui nonostante sia riluttante a fare cosi. E chiunque pone il suo Dunyaa come preoccupazione, allora Allah distrugge i suoi affari, e pone la sua povertà davanti ai suoi occhi, e nulla dal Dunyaa viene a lui, tranne ciò che è stato decretato per lui. Felice, è colui che sceglie quello le cui benedizioni rimarranno per sempre rispetto alle prove/afflizioni le cui pene smetteranno mai."

Riepilogo:

• Rinunciare al mondo procura l'amore di Allah.
• Rinunciare al mondo (dunya) significa non prenderlo come un obiettivo nella vita e di non essere catturati e fuorviati da esso.
• Rinunciare al mondo significa lasciare quelle cose che non sono essenziali anche se sono consentite, ed attenersi alle necessità per vivere. [Sharh an-Nawawi]
• Rinunciare a ciò che le persone hanno, assicurerà il loro amore per te.
• Rinunciare a ciò che le persone hanno significa non competere ad avere ciò che loro possiedono, proteggendosi così dalla rivalità reciproca per il guadagno a spese degli altri e dalla loro gelosia.
 

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HADITH 32: NON CAUSARE DANNO E NON RISPONDERE AL DANNO COL DANNO

HADITH 32: NON CAUSARE DANNO E NON RISPONDERE AL DANNO COL DANNO
Secondo Abu Sa’iid Saad bin Sinaan al-Khudrii (radiAllahu anhu), il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"Non causare danno (darar) e non rispondere al danno col danno (dirar)."
(Hadith Hasan riportato da In Majah, ad-Daarqutnii ed altri come un hadith musnad. E’ stato riportato anche da Maalik in al-Muwatta in forma mursal da ‘Amr bin Yahyaa da suo padre dal Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam), ma senza Abu Sa’iid nella catena. Ha altre catene di narrazioni che rafforzano l’un l’altra.)

Spiegazione del hadith 32:

Sappi che colui che danneggia suo fratello lo ha oppresso e l'oppressione è vietata [Haraam], come è stato detto nel hadith precedente (Hadith 24) di Abu Dharr (radiAllahu 'anhu):
"O Miei servi! Ho proibito a Me stesso l'oppressione/l’ingiustizia (dhulm) e l’ho proibita tra di voi, quindi, non opprimete l'un l'altro…” , e il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"In verità il vostro sangue [cioè la vita], la vostra proprietà e il vostro onore sono tutti Sacri/Proibiti."

Lui (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto questo in molte occasioni, incluso il Sermone che diede nel Hajj dell’Addio.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: "Non causare danno (darar) e non rispondere al danno col danno (dirar)." allora alcuni degli 'ulamaa (studiosi) hanno detto che queste sono due parole che hanno lo stesso significato, e sono state utilizzate insieme come una forma di enfasi.

Ibn Habiib (rahimahu Allah) ha detto: "Secondo gli studiosi della lingua araba, ad-darar si riferisce al nome e ad-diraar si riferisce all'azione/verbo, e quindi il significato di 'no darar' è che nessuno di voi dovrebbe danneggiare qualcun altro con qualcosa con la quale non ti ha danneggiato per prima. E il significato di 'no diraar' è che nessuno di voi dovrebbe danneggiare qualcun altro."

Al-Muhsinii (rahimahu Allah) ha detto:
"Ad-darar è ciò col quale tu ottieni un beneficio, ma in esso c’è un danno per il tuo vicino.", e questa è una buona comprensione di una sfumatura del significato.

Altri studiosi hanno detto:
"Ad-Darar e ad-Diraar sono simili a al-Qatal [l’omicidio] e al-Qitaal [combattere l'un l'altro], quindi ad-Darar significa danneggiare uno che non ti ha danneggiato, mentre ad-Diraar significa danneggiare uno che ti ha danneggiato in modo tale che non risponde allo stesso modo o vendicarsi giustamente.", e questo è simile alla sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione:
"Restituite la Fiducia data a voi, a coloro che l’hanno affidata a voi, e non tradite colui che vi tradisce."
[Hasan Ghariib, narrato da al-Tirmidhii]

Il significato di questo secondo alcuni degli 'ulamaa è che non bisogna tradire colui che tradisce, dopo che uno si è già vendicato oppure ha cercato la giustizia per il suo tradimento. Quindi, la proibizione qui è sull’iniziare un ingiustizia o un danno, mentre colui che cerca vendetta al pari di ciò che è stato leso, e colui che prende il suo Diritto, allora non è considerato un traditore. Piuttosto, il traditore è colui che prende ciò che non gli appartiene o più di quello che è giustamente suo.

I Giuristi [fuqahaa'] hanno differito per quanto riguarda colui che si rifiuta di soddisfare i diritti/affidamenti che gli altri hanno su di lui, in modo tale che colui che affida prende con la forza la ricchezza che aveva affidato a lui.
Così alcuni degli studiosi hanno detto: "Non è corretto che lui prenda [con la forza] ciò che è di suo diritto a causa di ciò che è apparente nella sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione:
"Restituite la Fiducia data a voi, a coloro che l’hanno affidata a voi, e non tradite colui che vi tradisce."

Altri studiosi hanno detto: "E' lecito per lui, vendicarsi di colui che lo ha tradito, e prendere con la forza ciò che gli spetta di diritto dalla mano del suo traditore.", loro usano come prova il hadith narrato da 'Aisha (radiAllahu anhaa) per quanto riguarda l'incidente che coinvolgeva Hind e suo marito Abu Sufyaan, in cui Hind disse al Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam):
"O Messaggero di Allah! In verità Abu Sufyaan è un uomo avaro/tirchio, e lui non mi da ciò che è sufficiente per me e per mio figlio, a meno che io lo prendo da lui segretamente."
Così il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) rispose: "Prendete [dalla sua ricchezza], ciò che è sufficiente per voi e il vostro bambino, ma con giustizia."
[Narrato da Muslim].

E in questa vicenda i fuqahaa' (giuristi) hanno menzionato alcuni punti e questioni fini che non possono essere menzionate qui.

Ciò che è corretto esaminando tutte le evidenze è che non è corretto che qualcuno danneggi suo fratello, indipendentemente se abbia fatto del male a lui o meno, tranne se lui si vendica nella misura che gli permette la Giustizia [cioè ugualmente], e questo non è considerato né oppressione né danno, finché lui lo fa in modo tale che la Sunnah lo rende permissibile per lui.

Shaykh Abu Amr bin as-Salaah (rahimahu Allah) ha detto che [il famoso studioso di hadith] ad-Daaraqutnii ha raccolto un certo numero di catene di narrazione di questo hadith che rafforzano l'un l'altro, e quindi lo portano al livello di essere Hasan [forte, accettabile], ed è stato trasmesso ed utilizzato come prova dalla grande maggioranza degli 'ulamaa, e [lo studioso di hadith] Abu Dawuud ha detto:
"La conoscenza del Fiqh ruota attorno a cinque hadith.", ed ha contato questo hadith tra di loro.
Così Shaykh Abu 'Amr ha detto che il fatto che Abu Daawuud abbia contato questo hadith tra i cinque e le sue dichiarazioni a proposito, dimostrano che egli non ha ritenuto che l'hadith sia Da'iif [debole, inaffidabile], e ha detto riguardo ad esso che ad-diraar è simile a al-Qitaal, e questo è ciò che è dalla Sunnah.

Alcuni degli studiosi di Fiqh (Giurisprudenza) e Hadith hanno narrato questo hadith:
"Non ci deve essere né darar né idraar." , ma questa formulazione non ha alcun fondamento.

E Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• E' proibito danneggiare gli altri.
• E' proibito trasgredire contro coloro che ci danneggiano.
 

besmiralalbani

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HADITH 33: L'ONERE DELLA PROVA SPETTA A CHI RECLAMA MENTRE IL GIURAMENTO COMPETE A CHI NEGA

HADITH 33: L'ONERE DELLA PROVA SPETTA A CHI RECLAMA MENTRE IL GIURAMENTO COMPETE A CHI NEGA

Secondo il figlio di Abbas (radiAllahu anhu), il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"Se ad ognuno fosse dato secondo le proprie pretese, gli uomini reclamerebbero (ingiustamente) i beni e la vita altrui; ma l'onere della prova spetta a chi reclama (chi accusa, deve portare le prove) e il giuramento compete a chi nega (chi nega, deve giurare)."
(Hadith hasan narrato da Al-Bayhaqi ed altri in questa forma, parte di esso si trova nei due Sahih)

Spiegazione del Hadith 33:

Ciò che è stato registrato nei Due Sahih [cioè Al-Bukhari e Muslim] di questo hadith, afferma che Ibn Abi Mulaikah ha detto che Ibn 'Abbas (radiAllahu anhumaa) ha scritto: "Il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha decretato che fare un giuramento [di negazione] spetta a contro il quale viene fatto il reclamo.", e in un'altra narrazione: "Che il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto che se ad ognuno fosse dato secondo le proprie pretese, gli uomini reclamerebbero (ingiustamente) i beni e la vita altrui; ma fare il giuramento è su colui contro il quale viene presentato il reclamo.”

Il compilatore dei Quaranta Hadith [cioè Imaam an-Nawawi] ha detto:
“Questo hadith è stato narrato da Al-Bukhari e Muslim nei loro Sahih in forma Marfu’ [ossia la catena di narrazione va fino al Profeta sallAllahu alayhi wa sallam] dalla narrazione di Ibn Abbas, ed è stato narrato allo stesso modo dai compilatori delle Collezioni di Sunan [come Abu Daawud, an-Nasaa'i, ecc], ed altri oltre loro."

Al-Asiili ha detto: "La sua catena fino al Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) non è stabilita – piuttosto questa è la dichiarazione di Ibn Abbas", al quale il collezionista [cioè Imaam An-Nawawi] rispose: "Se essa [la catena di narrrazione] è stata dichiarata Marfuu' con la testimonianza dei due Imam [ossia Al-Bukhari e Muslim] allora la dichiarazione di un altro che la limita [ad un Sahabii] non ha alcun effetto, e questo non è considerato un conflitto, e nemmeno un disordine."

Questo hadith è un principio dai Principi della Shari'ah, ed è una grande fonte (principio) a cui si ricorre in caso di contestazione o di discussione, e ciò implica che la sentenza non finisce semplicemente con l'affermazione di un individuo.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “gli uomini reclamerebbero (ingiustamente) i beni e la vita altrui;” è stata utilizzata da alcune persone per dimostrare l’invalidità della dichiarazione di Imam Malik per quanto riguarda l'accettazione della dichiarazione di colui che è stato [quasi] ucciso che dice "tal dei tali mi ha ucciso" oppure "il mio sangue è nelle mani di tal dei tali", perché se la dichiarazione del malato non viene accettata, ovvero che "tal dei tali ha i miei soldi", allora come potrebbe essere accettata questa affermazione: "il mio sangue è nelle mani di tal dei tali"? Tuttavia, non vi è alcuna prova in questo per loro contro Imam Malik (rahimahullah), siccome lui non ha collegato il Qisaas o il Diyah [le leggi in materia di omicidio] alla dichiarazione del richiedente, ma piuttosto alla divisione del patrimonio al momento dell'omicidio.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “il giuramento compete a chi nega.", gli 'ulamaa (i studiosi) sono giunti a un ijmaa’ [consenso] che colui contro il quale viene presentato un reclamo può essere forzato a fare un giuramento di negazione in caso di proprietà/possesso contestata, ma gli 'ulamaa hanno differito in casi diversi da questo.

Così alcuni hanno deciso che è obbligatorio in ogni disputa, come nel caso del divorzio, o del nikaah (matrimonio), o quando liberi uno schiavo, ed hanno ricavato questo dalla generalità apparente dal hadith. Mentre, se colui contro il quale viene fatto il reclamo si rifiuta di fare un giuramento, allora il rivendicatore può fare un giuramento e la sua richiesta verrà accettata.

Abu Haniifah (rahimahullah) ha detto: "Un giuramento viene preso [da colui contro il quale si fa il reclamo] in caso di divorzio e nikaah e nella liberazione di uno schiavo, e se viene rifiutata [da colui contro il quale si fa il reclamo], allora il rivendicatore può fare un giuramento in tutti questi casi."
Inoltre, egli ha detto: "Uno non forza un giuramento, nel caso del Huduud (leggi riguardo le punizioni per reati gravi come la fornicazione, l'omicidio ecc.)".

Riepilogo:

• Non esaudiamo tutte le nostre voglie e desideri per il bene di interesse generale.
• L'umanità non può di per se sapere sempre cosa sia il bene per tutti.
• L'uomo non può essere completamente libero ad essere egoista, e di conseguenza ingiusto, senza il controllo di Allah.
• Colui che pretende qualcosa deve poterlo dimostrare che essa è sua.
• Colui che nega ciò di cui viene accusato, deve fare un giuramento di negazione.
 

hayat84

I'm not what you believe
:salam2:
l'hadith numero 31 ha delle cose in comune con la vita ascetica che i Dalai Lama tibetani oppure alcuni membri appartenenti a un ramo dell'induismo fanno,i quali rinunciano alla vita e al suo benessere per la ricerca della pace interiore e del contatto con Dio.
Ma allora,se la vita terrena è un dono che Dio ci ha fatto,seppur fatto di difficoltà,ma che ha molte belle sfumature,perchè rinunciarvi per ottenere il Suo amore,visto che Egli ci ha creati proprio per condividere le sue bellezze?che dire di coloro che hanno una famiglia?saranno ugualmente amati,anche se non hanno rinunciato alla vita?secondo me rinunciare alla vita è rifiutare ciò che Dio ci ha concesso.poi,se sbaglio,correggimi,può darsi che non abbia capito bene l'interpretazione.:wasalam:
 

besmiralalbani

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asalamu alaykum

asalamu alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu sorella,

l'articolo sorella non intende dire rinunciare alla dunya e quindi non avere una famiglia oppure non avere una vita benestante ecc. Il discorso è che se vediamo la vita del nostro Profeta sallaAllahu alayhi wa sallam, egli si sposava, aveva dei figlia, mangiava, digiunava e dormiva. Quindi non rinunciava alla vita terrena, però NON ERA QUESTA VITA TERRENA IL SUO OBIETTIVO, e non dovrebbe essere nemmeno per noi.

Il dunya è un esame, se lo facciamo bene, grazie alla Misericordia di Allah possiamo entrare nel Jannah,
ma se non lo facciamo bene allora ci potrebbe spettare il Jahannam.

Però allo stesso tempo il dunya è una fitnah, e se uno cerca il dunya potrebbe fuorviarsi e quindi l'esame non si fa bene. Quindi i studiosi e coloro che temono molto Allah hanno scelto di prendere il minimo indispensabile che ti aiuta a poter vivere in modo onesto ed onorevole e non appassionarsi molto alle cose belle della dunya.

Questo non significa che se noi vediamo una bella casa, oppure una bella panorama non dobbiamo apprezzare, possiamo apprezzare e farci ricordare della Grandezza di Allah e riflettere su queste belle cose e quindi in questo caso lo sfrutti come dhikr.
Però se noi ci preoccupiamo solo di avere una casa bella, dei soldi, o fare quello che vogliamo, questo ci allontana dal ricordo di Allah e dell'aldilà.

Spero di essere stato chiaro sorella.
Comunque nella storia dell'Islam a partire dal nostro profeta, e gli altri profeti, i sahaba, i seguaci degli altri profeti, e i studiosi della religione, ci sono moltissime storie dell'ascetismo e dell'esempio da prendere da loro, senza menzionare dalai lama che non è Musulmano.


Asalamu alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
 

besmiralalbani

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HADITH 34: PROIBIRE IL MALE È DALL’IMAN (FEDE)

HADITH 34: PROIBIRE IL MALE È DALL’IMAN (FEDE)​

Abu Sa’iid al-Khudri (radiAllahu anhu) riporta di aver sentito dire dal Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam):
"Chi di voi vede una cattiva azione, cerchi di cambiarla con le sue mani, se non può, (che lo cambi) con la sua lingua e se non può, allora con il suo cuore - questa è la fede più debole."
(Riportato da Muslim)

Spiegazione del Hadtih 34:

Imam Muslim (rahimahullah) ha trasmesso questo hadith da Taariq bin Shihaab, che disse: “La prima persona ad iniziare con la Khutbah prima della Preghiera nel giorno dell'Iid [invece di fare la Khutbah – sermone – dopo la preghiera] era Marwaan [il figlio di Yazid]. Così un uomo si alzò e disse: "La Preghiera [va fatta] prima della Khutbah!" Così [Marwaan] rispose: "Quel vecchio modo è stato lasciato". Così Abu Sa'iid [al-Khudrii] disse: "Per quanto riguarda questo uomo [che ha parlato a Marwaan] allora ha compiuto il suo compito. Ho sentito il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) dire: Chi di voi vede una cattiva azione, cerchi di cambiarla… [fino alla fine del hadith]’ ".

In questo hadith vi è una prova che nessuno prima di Marwaan aveva cambiato l'ordine della Preghiera dell’Iid (preghiera che si fa quando finisce Ramadan) e della Khutbah (Sermone). Se viene chiesto perché Abu Sa’iid stesso non tentò di cambiare questo male, fino a quando l'altro uomo si alzò in piedi contro di esso, allora a questo si può rispondere in vari modi:
- E’ possibile che Abu Sa'iid non fosse presente la prima volta in cui Marwaan cominciò a fare il Khutbah prima della preghiera, oppure che l'uomo avesse iniziato ad opporsi a Marwaan e poi Abu Sa'iid arrivò sulla scena e poi entrambi si opposero a Marwaan.
- Oppure, è possibile che Abu Sa'iid fosse presente, ma temeva che, se egli si fosse opposto a Marwaan allora questo avrebbe portato ad una fitnah (afflizione, prova) maggiore oppure che egli temesse per la propria vita, e così rimase in silenzio.
- Oppure, è possibile che Abu Sa'iid stesse per alzarsi contro Marwaan, quando l'altro uomo si alzò all'improvviso prima di lui, e così Abu Sa'iid lo appoggiò.

Ed è narrato in un altro hadith che viene concordato da Al-Bukhari e Muslim, ed è menzionato da loro nei capitoli sull’Iid, ed era Abu Sa’iid a tirare per la mano Marwaan quando stava per salire sul Mimbar (luogo nella moschea dove l'Imam fa il sermone), e Abu Sa'iid e l'altro uomo erano insieme così Marwaan rispose ad entrambi con ciò che viene riportato qui, e quindi il significato di ciò che Abu Sa'iid ha detto, è che entrambi completarono i loro compiti.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “cerchi di cambiarla", è un ordine che indica un obbligo e gli Imam (studiosi, guide dei Musulmani) concordano in questo, inoltre questo è conforme al Libro di Allah ed alla Sunnah per quanto riguarda l’obbligo di ordinare il bene e vietare il male, ed è anche parte del Nasiihah [consiglio sincero], che è il Diin [la religione, vedi Hadith numero sette].

Per quanto riguarda la Sua - ta'aalaa - dichiarazione:
“O voi che credete, preoccupatevi di voi stessi ! Se siete ben diretti, non potrà nulla contro di voi colui che si è allontanato. Poi tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà di quello che avrete fatto.” [Sura al-Maa'idah 5: 105],
allora questo non è in contraddizione con ciò che abbiamo detto. Questo perché la corretta comprensione di questo Aayah (Versetto) Nobile secondo gli 'Ulamaa (Studiosi) della Verità è che se uno compie il proprio dovere allora non sarà danneggiato dalle carenze degli altri. Questo è simile alla Sua affermazione:
“Di': « Dovrei cercare un altro signore all'infuori di Allah che è il Signore di tutte le cose? Ognuno pecca contro se stesso: nessuno porterà il fardello di un altro…” [Sura al-An'aam 6: 164]

Se le cose stanno cosi, allora il Musulmano è stato incaricato di comandare è il bene e vietare il male, e, se lo fa, e la persona che egli ha chiamato/invitato non si sottomette (all’Islam), allora egli non porta nessuna colpa dopo questo. Questo perché il suo compito è quello di ordinare o proibire (secondo le regole dell’Islam), ma non l'accettazione [della correzione], e Allah conosce meglio.

Quindi, ordinare il bene e proibire il male è un Fard Kifaayah [Obbligo Collettivo], cioè, se un gruppo di persone compiono/soddisfano questo obbligo sufficientemente, allora l'obbligo cade dal resto della gente. Ma se tutte le persone lo lasciano, allora tutti coloro che sono in grado di farlo senza difficoltà, sono peccatori.

Inoltre, a volte potrebbe essere limitata a certe persone, come nel caso i cui si tratti di una vicenda che nessuno conosce tranne esso, oppure nessun altro tranne lui ha la capacità di fermare quella vicenda, come colui che vede sua moglie, suo figlio o il suo servo seguire un male/peccato.

Gli 'ulamaa hanno detto che l'obbligo di comandare il bene e proibire il male non viene rimosso se una persona sospetta che il suo ammonimento non verrà accettato – egli è sempre tenuto ad eseguirlo.

Allah ta’aala ha detto:
"e ricorda, ché il ricordo giova ai credenti.” [Sura adh-Dhaariyaat 51: 55], a questo precede l’ammonimento, e l'accettazione dell’ammonimento non è su di lui. Allah ta’aala ha detto:
“…L'Inviato non deve che trasmettere in modo esplicito [il Messaggio].” [Sura an-Noor 24: 54]

Gli 'ulamaa hanno detto: "Non è una condizione per colui che ordina il bene oppure per colui che proibisce il male essere perfetto nella sua condizione, e soddisfare completamente ciò che egli ordina oppure lasciare completamente ciò che egli proibisce. Piuttosto, egli deve ordinare anche se lui stesso non è completamente su questo. Questo perché egli ha due obblighi:
In primo luogo, ordinare la propria anima al bene e fermarla dal male e,
In secondo luogo, ordinare e proibire alle altre persone.
Quindi, se egli soddisfa uno di queste condizioni, l'altra rimane ancora un obbligo su di lui."

Loro hanno detto che le azioni di ordinare il bene e proibire il male non sono sottintese solo per i governatori, piuttosto, viene richiesto ad ogni singolo Musulmano, e da chiunque possieda conoscenza di ciò che si deve ordinare e ciò che si deve proibire. Quindi, se la questione è di quelle ben note ed evidenti, come la preghiera o il digiuno [di Ramadan] o il Zinaa (fornicazione) oppure il consumo di bevande alcoliche, o altre questioni simili a queste, allora tutti i Musulmani che possiedono la conoscenza su queste questioni, devono ordinarle oppure proibirle. Però, se la questione fa parte delle questioni sottili (particolari) che riguardano le azioni oppure le parole, oppure ciò che viene associato al ijtihaad (sforzo di uno studioso che da un verdetto religioso), e non sono questioni di cui la gente comune ne ha la conoscenza, allora non spetta a loro proibire, piuttosto, questo spetta agli 'ulamaa (studiosi).

Gli 'ulamaa ammoniscono gli altri per quanto riguarda le questioni sulle quali vi è ijmaa' [consenso]. Mentre, per quanto riguarda le questioni sulle quali vi è una differenza di opinione tra gli studiosi, loro non ammoniscono riguardo esse.

Questo perché, secondo il primo dei due madhhabs (scuola giuridica Islamica) in questa vicenda, ogni mujtahid (colui che fa l’ijtihad) è corretto nella sua sentenza, e, questo madhhab è stato adottato da molti degli studiosi di verifica.

Secondo il secondo madhhab solo uno dei pareri è quello corretto, però quale sbaglia non è identificabile da noi, quindi, non c'è peccato [su colui che ha sbagliato]. Quindi, in questi casi gli studiosi non ammoniscono, ma piuttosto consigliano, come una forma di nasiihah [consiglio sincero], al fine di mantenere chiara la differenza di opinione, e questo è buono e desiderabile, purché lo si fa con morbidezza e gentilezza.

Shaykh Muhyii ad-Diin an-Nawawi, rahimahu Allah, ha detto:
"Sappiate che questa vicenda di ordinare il bene e proibire il male è stata in gran parte abbandonata da un lungo tempo, e in questi tempi non è rimasto nulla di essa se non pochissime formalità, nonostante sia una vicenda estremamente importante, attraverso il quale viene stabilito l'Autorità sulla terra - anzi essa è un fondamento ed una base. Se la cattiveria e il male si diffondono sulla terra, allora la Punizione [di Allah] comprenderà sia le persone pie che quelle malvagie. Quindi, se loro non controllano gli oppressori allora tutti saranno vicini all'affronto della Punizione di Allah, come Allah ta’aalaa ha detto:
"… Coloro che si oppongono al suo comando stiano in guardia che non giunga loro una Fitnah (prova, afflizione) o non li colpisca un castigo doloroso. " [An-Noor 24: 63]
Così, è richiesto da colui che cerca l'altra vita, e che si sforza nel raggiungimento del piacere di Allah 'Azza wa Jall, che si occupi di questa vicenda (ordinare il bene e proibire il male), perché in effetti il suo beneficio è grande. Questo è così soprattutto perché la maggior parte delle persone hanno lasciato questa vicenda, e non lasciare che colui che ammonisce tema qualche ripercussione [male], a causa dell'innalzamento del suo rango [da Allah]. In verità Allah ta’aala ha detto:
"… Allah verrà in aiuto di coloro che sostengono [la Sua religione]." [Al-Hajj 22: 40]
E, sappi che la ricompensa è in proporzione allo sforzo fatto ed alle difficoltà affrontate. Inoltre, uno non deve lasciarla (ordinare il bene e proibire il male) perché uno dei suoi amici oppure un suo caro è un trasgressore, in verità, il vero amico di una persona è colui che si sforza per la costruzione dell’aldilà, anche se questo potrebbe comportare qualche perdita nei suoi affari mondani. Il vero nemico di una persona è colui che si esercita/sforza a toglierli l’aldilà, o ridurglielo, anche se così facendo porta qualche beneficio nei suoi affari terreni".


Ed è richiesto da colui che ordina il bene e proibisce il male che lo faccia con gentilezza, al fine di garantire le maggiori possibilità di raggiungere ciò che si desidera [cioè la correzione e rettifica del cattivo operato individuale].

Imaam ash-Shaafi'ii, rahimahu Allah, ha detto:
"Colui che ammonisce suo fratello in segreto lo consigliato sinceramente, lo ha ornato; mentre colui che ammonisce suo fratello apertamente [davanti a tutti] lo ha umiliato e lo ha sfigurato."

Da quello di cui la gente [di oggi] è diventata negligente in questa vicenda, è che se vedono un commerciante che vende beni o merci oppure animali che sono difettosi, e lui non mostra questo difetto ai suoi clienti, allora nessuno ammonisce il commerciante per questo, e nemmeno informano l'acquirente riguardo il difetto. Mentre, loro verranno interrogati su questo [nel Giorno del Giudizio], in verità la religione è Nasiihah [sincerità oppure consiglio sincero], e colui che non dà consigli sinceri ha truffato.

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: "cerchi di cambiarla con le sue mani, se non può, (che lo cambi) con la sua lingua e se non può, allora con il suo cuore", significa che egli deve odiarlo con il cuore, e questo non ferma l’avvenimento del male e nemmeno lo cambia in qualcosa di buono, piuttosto, questo è tutto ciò che egli è capace di fare.

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “questa è la fede più debole” significa, e Allah conosce meglio, che questo è il frutto oppure risultato minore possibile della sua fede.

Non spetta a chi ordina il bene e proibisce il male indagare, cercare e spiare gli altri, o invadere la privacy altrui oppure sospettare sugli altri al fine di trovare i loro sbagli. Piuttosto, se egli affaccia un male lo cambia.

Al-Maawardii (rahimahu Allah) ha detto:
"Non spetta a lui (non è da lui) invadere la privacy e spiare gli altri, tranne se viene informato da una persona affidabile e veritiera che qualcuno si è appartato con un altro uomo per ucciderlo, oppure con una donna al fine di fornicare con lei. Allora, in questi casi è lecito per lui spiare su di loro ed indagare e cercare di svelarli, al fine di prevenire il verificarsi di ciò che non potrebbe essere corretto."

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “questa è la fede più debole”, allora è già stato detto che questo significa che è il frutto più piccolo della propria fede. E’ stato riportato in una narrazione diversa di questo hadith: "Dopo questo non rimane alcun Imaan [Fede] nemmeno della dimensione di un granello di senape.", cioè, dopo non rimane alcun livello di Imaan. La parola 'Imaan' in questo hadith porta il significato di 'Islam'.

In questo hadith vi è una prova che colui che teme di essere ucciso o essere picchiato [perché ammonisce il malfattore] non è più tenuto ad agire per cambiare il male, e questo è il madhhab degli Studiosi della Verità tra i Studiosi di prima e quelli successivi.
Tuttavia un gruppo estremo ha adottato la posizione che la responsabilità di agire rimane anche se egli teme per la sua vita oppure teme una punizione.

E Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• E’ un dovere individuale di ognuno migliorare le vicende per quanto sia in grado di farlo.
• Se qualcuno potesse correggere qualcosa con la propria mano senza comportare danni maggiori, allora dovrebbe farlo.
• Se uno ha la possibilità di dire solo qualcosa secondo le circostanze, allora dovrebbe fare così.
• Che si deve almeno odiare col cuore il male che è successo, anche se uno non può fare nulla a riguardo, e questo è il livello più debole di Fede.
• Se uno non sente nulla nel proprio cuore contro il male allora questo indica una mancanza di fede.
• Si dovrebbe agire ogni volta che c’è la condizione per a farlo.
 

besmiralalbani

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HADITH 35: La Fratellanza nell’Islam

HADITH 35: La Fratellanza nell'Islam

Secondo Abu Huraria (radiAllahu anhu), il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:*!
"Non invidiatevi l'un l'altro; non maggiorate i prezzi a l’un l’altro; non odiatevi l'un l'altro; non voltate le spalle l'uno all'altro e non abbassate a l’un l’altro i prezzi nel commercio, ma siate servi di Allah e fratelli [tra di voi]! Il Musulmano è fratello del Musulmano: non lo opprime, non lo fa fallire, non lo inganna né lo disprezza. Qui sta la devozione [Taqwa] - e accennò per tre volte al petto. E' male per un uomo disprezzare il fratello Musulmano. Tutto ciò che possiede il Musulmano è inviolabile per un altro Musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo onore."*!
(Riportato da Muslim)

Spiegazione del Hadith 35:

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: "Non invidiatevi l'un l'altro;”, l'invidia (al-Hasad) è il desiderio che una benedizione venga rimossa da qualcun altro, e questo è vietato. In un altro hadith: "Non abbiate invidia (Hasad), perché in verità, l'invidia corrode le buone azioni come il fuoco consuma la legna oppure l’erba".

Per quanto riguarda al-Ghibtah, questo sarebbe il desiderio di ottenere ciò che possiede un'altra persona fortunata, senza desiderare che egli perda quella benedizione. A volte la parola al-Hasad viene usata al posto di al-Ghibtah per la vicinanza del significato tra i due, come nella dichiarazione del Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam): "Non ci deve essere Hasad tranne in due casi ... ", il significato qui, è che: "Non ci deve essere Ghibtah tranne in due casi".

Nella sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “non maggiorate i prezzi a l’un l’altro;”, la parola usata qui in arabo è 'najasha', dove l'origine di questa parola porta il significato dell’imbroglio, inganno e truffa. Gli arabi chiamano a volte un cacciatore un 'naajish' perché egli inganna e l’animale che caccia.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “non odiatevi l'un l'altro;”, significa: Non adottate i mezzi che portano all'odio.
Questo perché l’amore e l’odio sono questioni del cuore, tali che l'umanità non possiede piena capacità di controllarle, e non sono nemmeno in grado di portare un cambiamento in loro. Questo è come il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto che [per quanto riguarda la ripartizione del tempo che aveva fatto tra le sue mogli]: "Oh Allah questa divisione è quello che sono stato in grado di fare, non tenermi conto di ciò che Tu controlli, e su ciò di cui io non ho alcun controllo.", intendendo con questo il suo cuore.
“Voltare le spalle” significa inimicizia, è stato detto anche che significa rompere i rapporti oppure boicottare.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “non abbassate a l’un l’altro i prezzi nel commercio”, si riferisce alla situazione in cui un acquirente ha quasi completato un contratto con un venditore, e negli ultimi momenti della scelta, un secondo venditore gli si avvicina e dice: "Se lasci questa vendita, ti venderò la stessa cosa o meglio di quella per lo stesso prezzo". Oppure, se un acquirente e un venditore hanno concordato un prezzo e sono soddisfatti, mentre resta solo il completamento del contratto, poi un secondo venditore offre di più per lo stesso prezzo, oppure di dare le stesse merci a un prezzo inferiore, allora questo è vietato, siccome si verifica dopo che l'accordo sul prezzo si è stabilito, mentre l'acquirente e il venditore sono stati soddisfatti con esso. Tuttavia, se il secondo venditore fa la sua offerta prima del soddisfacimento con il prezzo allora questo non è proibito.

E il significato di: “ma siate servi di Allah e fratelli [tra di voi]!”, significa accordarsi gli uni con gli altri e vivere insieme amabilmente con fratellanza, e trattare l’un l’altro con amore, gentilezza, compassione e cortesia; aiutarsi gli uni con gli altri nel bene, avendo sempre un cuore puro ed offrire consigli sinceri in tutte le situazioni.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Il Musulmano è fratello del Musulmano: non lo opprime non lo fa fallire, non lo inganna né lo disprezza.”; far fallire qualcuno significa non aiutarlo più oppure non soccorrerlo, quindi se un Musulmano dovesse cercare l’aiuto di qualcuno per difendersi da un oppressore o qualcosa simile a questo, allora è necessario aiutarlo se uno è in grado di farlo, e non si ha alcuna scusa dalla Shar'ii (Legge Divina) per non farlo.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “non lo inganna né lo disprezza.” significa che egli non si comporta arrogantemente verso un altro Musulmano, come se lo sminuisse/disprezzasse.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Qui sta la devozione [Taqwa] - e accennò per tre volte al petto.”, mentre in un'altra narrazione: "In verità Allah non guarda i vostri corpi, né alle vostre apparenze, ma piuttosto Egli guarda nei vostri cuori". Questo significa che le azioni apparenti degli arti non raggiungono, di per sé, la Taqwa. Piuttosto, il Taqwa si raggiunge attraverso ciò che si trova nel cuore nell'apprezzare la grandezza di Allah l'Altissimo, temere Lui e riconoscerLo, e sapere che la vista di Allah comprende tutte le cose. Così, il significato del hadith, e Allah conosce meglio, è il resoconto di se stessi, ed il punto di osservazione di tutto questo parte dal cuore.

E la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “E' male per un uomo disprezzare il fratello Musulmano.” è un monito severo per chi lo fa, siccome Allah ta’aala non lo vide con disprezzo quando lo creò, quando lo nutrì, e poi perfezionò il suo aspetto, poi fece sottomettere tutto ciò che è nei cieli e tutto ciò che è sulla terra per amor suo (l’uomo). Poi, dopodiché, Allah - subhaanahu – lo nominò Musulmano, uno Credente e Servo, e il suo comando si estese al punto che ha fatto il Messaggero che Egli inviò a lui (all'uomo) Muhammad (sallAllahu alayhi wa sallam). Quindi, chi tratta con disprezzo un Musulmano tra i Musulmani, allora egli ha trattato con disprezzo colui che gli è stato concesso grandezza e nobiltà da Allah ‘azza wa jall, e senza dubbio questo è sufficiente per lui. Fa parte del trattamento con disprezzo di un Musulmano non inviare il saluto di salaam (pace) su di lui, se lui passa vicino, e non rispondere al suo saluto di salaam se inizia con questo. Inoltre, questo include anche il pensiero che Allah non lo farà entrare in Paradiso o non lo terrà al sicuro dal Fuoco dell’Inferno.

Per quanto riguarda il caso di colui che è Intelligente ed è ostile allo Stolto Ignorante, o il Giusto e l’Onesto che sono ostili al Peccatore, allora questo non si considera come disprezzo di un Musulmano. Piuttosto, questa è l’ostilità/risentimento per l'ignoranza che è presente nell'Ignorante, e del peccato che è presente nel peccatore. Così, quando questa ignoranza o peccaminosità lascia quella persona, egli torna a trattarlo bene ed innalza il suo status nella sua stima.
E Allah conosce meglio.

Riepilogo:

· In generale è vietato essere invidiosi gli uni degli altri, anche se altri hadith specificano che l'invidia in alcuni casi [buoni] è consentita, se vogliamo essere come loro
· E’ proibito alzare i prezzi per danneggiare gli altri oppure cercando di rendere un profitto ingiusto.
· E’ proibito l’allontanarsi dall'essere buono oppure aiutare l'un l'altro.
· E’ proibito vendere a prezzo più basso dopo l’accordo tra le due parti nel commercio.
· Dobbiamo essere fratelli con l’un l’altro, mentre la vera fratellanza si fonda nell'essere adoratori e servi di Allah.
· E’ proibito opprimere l'un l'altro, far fallire l'un l'altro di proposito, mentire/ingannare l'uno all'altro oppure disprezzare l’un l’altro.
· La Taqwa (pietà) è nel cuore – vedi hadith numero sei - e di conseguenza il cuore deve essere addestrato, purificato e protetto.
· E’ proibito violare i diritti di un altro Musulmano: versare il suo sangue [in modo illecito], fargli del male fisicamente, privarlo di ciò che gli appartiene oppure ingannarlo.
· E’ proibito violare l'onore di un altro Musulmano.
 

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HADITH 36: LE VIRTÙ DELLA RIUNIONE PER LA RECITAZIONE DEL QUR’AN E PER RICORDARE ALLAH

HADITH 36: LE VIRTÙ DELLA RIUNIONE PER LA RECITAZIONE DEL QUR’AN E PER RICORDARE ALLAH
Secondo Abu Hurayra (radiAllahu anhu) il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) ha detto:
"Chi solleva un credente da una pena terrena, Allah lo solleverà da una pena nel Giorno del Giudizio. Chi agevola una persona bisognosa, Allah lo agevolerà in questo mondo e nell'altro. Chi schermisce (oppure nasconde i peccati) un Musulmano, Allah schermirà lui in questo mondo e nell'altro. Allah viene in aiuto del suo servo nella misura in cui questo viene in aiuto al fratello. Chi segue una via per arrivare alla conoscenza, Allah gliene renderà facile una per il Paradiso. Ogni volta che un gruppo di persone si riunisce in una Casa di Allah per recitare il Suo Libro e studiarlo insieme, Sakiinah (la pace divina) scende su di loro, la misericordia li avvolge, gli angeli li circondano e Allah li annovera tra coloro che sono con Lui. Chi resta indietro ( 1 ) per le sue azioni, non andrà avanti per il suo lignaggio."
1-Sulla via per il Paradiso
(Riportato da Muslim)

Spiegazione del Hadith 36:

Questo è un grande hadith che comprende tutti i rami della Conoscenza ed i Principi [della Religione], e le Eccellenti Maniere. In esso si trova la virtù del soddisfacimento delle esigenze dei Musulmani, e benefica loro, da quello che è possibile per la propria conoscenza, ricchezza, aiuto, guida verso ciò che correggerà le loro questioni, consigli o un’altra cosa rispetto a queste. Il significato di “agevola una persona bisognosa”, è la rimozione.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: "Chi schermisce (oppure nasconde i peccati/errori) un Musulmano", in questo caso “schermire” significa nascondere i suoi errori e le sue sviste, il significato inteso qui è quello di nascondere gli errori di coloro che sono retti/giusti e pii di carattere, e di quelli come loro che non sono conosciuti di essere malvagi. Questo è per quanto riguarda il nascondere dei peccati che possono aver commesso in passato e che sono finiti. D'altra parte, se sono colti in flagranza mentre commettono un peccato, allora è obbligatorio ammonirli e proibirli da esso. Se non sono in grado di farlo, allora devono sollevare la questione alle autorità, se non temono qualche ripercussione malvagia da questo.

Pertanto, in tali casi, l'azione giusta non è quella di schernirli/fargli da scudo, in quanto ciò potrebbe indurre a perpetrare più male, causare più danni, entrare in più materie proibite, oppure incoraggiare gli altri su ciò che è simile a questo. Quindi è auspicabile che si sollevi la questione alle autorità, finché egli non temi ulteriore male se fa così. Simile a tutto questo è il disprezzo e la critica dei Narratori del Hadith da parte degli Studiosi del Hadith, e dei testimoni [di contratti], e degli Amministratori della ricchezza da distribuire nella carità e la Awqaaf, e coloro che si occupano della ricchezza degli Orfani, e ciò che è simile a questo. Allora in tutti questi casi è obbligatorio esporre le loro cattive azioni, se necessario, e non è ammissibile nascondere i loro peccati se qualcuno vede in loro ciò che è riprovevole. Questo non è considerato di far parte della Maldicenza Proibita, piuttosto è parte della Nasiihah [consiglio sincero] Obbligatoria.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Allah viene in aiuto del suo servo nella misura in cui questo viene in aiuto al fratello.”, allora questa è una generalizzazione la cui dettagliata spiegazione deve includere il caso in cui il servo [di Allah] decide di aiutare il suo fratello Musulmano [ammonendo lui], dopo di che diventa necessario che lui non diventi vile nel dire la verità a lui, credendo, per tutto il tempo, che Allah lo aiuterà e lo proteggerà da ogni ripercussione malvagia nel fare questo.
In questo Hadith è menzionato la virtù del soddisfacimento delle esigenze di un Musulmano, e dello sforzo/impegno nella via per cercare la Conoscenza, e questo include la virtù di essere preoccupato con la Conoscenza. Quello che si intende per Conoscenza qui, è la Conoscenza della Shari'ah. E tutto questo richiede che uno intenda con essa il Volto di Allah ta’aala, in quanto questa è una condizione in ogni atto di culto.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Ogni volta che un gruppo di persone si riunisce in una Casa di Allah per recitare il Suo Libro e studiarlo insieme”, è una prova della virtù della riunione nel Masjid (Moschea) per la recitazione del Qur’an. Per quanto riguarda la parola 'Sakiinah' detto qui, alcuni hanno detto che significa 'Misericordia', ma questa interpretazione è debole a causa della citazione separata della Misericordia nella seguente parte del hadith. Ed è stato detto che significa Tranquillità, Pace e Dignità, e questo è meglio.

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “un gruppo di persone si riunisce”, è indefinito, una forma generale, come se egli (sallAllahu alayhi wa sallam) volesse dire: "Qualsiasi persone" che si riuniscono per questo, allora riceveranno tutte le Virtù che egli ha detto. Lui (sallAllahu alayhi wa sallam) non ha posto qui una condizione che le persone devono essere Studiosi, asceti oppure possessori di alte cariche.

Il significato di: “gli angeli li circondano”, è simile a quella citata da Allah ta’aala nel Suo Nobile Libro:
“[In quel Giorno] vedrai gli angeli circondare il Trono e rendere gloria e lode al loro Signore.” [Sura Az-Zumar 39: 75], cioè loro lo circonderanno da ogni parte. E così sarà come se gli angeli fossero così vicino a loro, in modo tale da circondare completamente loro, e non sarà lasciato spazio tra di loro attraverso il quale shaytaan (satana) possa entrare.

Per quanto riguarda la sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “la misericordia li avvolge”, la parola 'avvolgere' non viene usata tranne nel caso in cui tutte le parti dell'oggetto sono completamente coperte da tutti i lati.

Shaykh Shihaab ad-Din bin Farj (rahimahullah) ha detto:
"Il significato di questo, quello che vedo più corretto, è che l’avvolgimento della Sua Misericordia è tale che circonda e abbraccia tutti i peccati precedenti, in shaa’Allah ta’aala (se Allah l’Altissimo Vuole)".

La sua (sallAllahu alayhi wa sallam) dichiarazione: “Allah li annovera tra coloro che sono con Lui.”, implica che la menzione di Allah ta’aala è tra i Profeti e tra i Più Onorevoli degli Angeli, e Allah conosce meglio.

Riepilogo:

• Questo hadith contiene incoraggiamento per aiutarsi a vicenda per il nostro beneficio.
• Ogni Musulmano che rende un Musulmano felice riceverà la Misericordia di Allah nel Giorno della Resurrezione, ed Egli eliminerà uno dei suoi dolori in quel Giorno.
• Ogni Musulmano che si occupa della necessità di un altro Musulmano, vedrà i propri bisogni controllati da Allah.
• Ogni Musulmano che protegge un altro Musulmano sarà protetto da Allah.
• Allah ci aiuterà a condizione che/finché ci aiutiamo a vicenda.
• Colui che si sforza ad acquisire la Conoscenza del Din (Religione) sarà aiutato da Allah nell’operare su di essa.
• Le moschee devono essere utilizzate per riunirsi a studiare il Diin e recitare il Qur’an collettivamente.
• Questi gruppi di persone ricevono la Pace e la Misericordia di Allah, e sono circondati da Angeli, e sono citati da Allah a quelli vicino a Lui.
• Questo è vero per qualsiasi gruppo di Musulmani, che siano studiosi o meno o persone molto pie.
• Quando ricordiamo Allah, Egli ci ricorda e ci menzione.
• Se uno diventa lassista nei suoi doveri religiosi, la sua discendenza o ascendenza non avvalerà lui niente davanti ad Allah.
• Cercare la Conoscenza del Diin comporta l’operare su di essa e propagarla.
 
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